nota politica_9: commento ad articolo di raoul minetti e alessandro giovannini
"una riforma storica o un nuovo eccesso di
regolamentazione. un'analisi macroeconomica
del basso dinamismo del lavoro italiano" pubblicato su italia futura il 5 aprile 2012
il problema
della riallocazione del capitale umano è associato a una
generale visione della società dal profilo ideologico. le
visioni sono due: in una gli imprenditori sono associati, mentre la
base lavorativa è disgregata, in balia delle esigenze del
mercato del lavoro. nella seconda visione, si riconosce la funzione
sociale dell'impresa. questa visione è trascendente: tutti gli
uomini hanno un destino comune, che può essere il futuro della
società. allora la base lavorativa è unita. in questa
visione, come ho indicato nel mio sito, lo stato diventa interamente
funzione di ammortizzatore sociale, e tutta la produzione [dei servizi
pubblici] viene privatizzata. da questo punto di vista la riforma del
lavoro appare debole, perchè è priva di una forte visione
ideologica, che possa unire i lavoratori nello sforzo di sostenere
l'economia del sistema-Paese, attaccata dai fenomeni della
globalizzazione e della delocalizzazione. propongo un sistema che
attribuisca all'uomo, uscito dal mondo dell'istruzione, una tessera,
una carta, un conto corrente, un percorso, una tracciatura, che lo
porti a spostarsi di azienda in azienda, guadagnando crediti formativi,
reddituali e patrimoniali, essendo legato da un lato alle
organizzazioni sindacali, la cui iscrizione è obbligatoria,
dall'altro alle corporazioni di mestieri svolgenti il duplice compito
della formazione continua e dello studio della riallocazione secondo le
esigenze produttive del territorio, anche estero. in questo modo il
lavoratore non si sente più sradicato, in balia del caso, di una
ricerca del lavoro fatta di tentativi andati a vuoto: la corporazione
lo forma e gli trova il lavoro, riallocando le risorse umane. il
mercato diventa un sistema verticale a tre piani orizzontali: il
vertice imprenditoriale, la base lavorativa organizzata nei sindacati,
e la parte media in cui si svolge la competizione [la piramide sociale
da scalare], regolata dalla meritocrazia e dalle graduatorie di merito.
le corporazioni di mestieri uniscono le associazioni indutriali e i
sindacati, e in esse può svolgersi istituzionalmente la
mediazione tra le parti del sistema economico.