implicazioni della teoria della tecnologia virtuale inerenti la
teoria del diritto e dello stato
1.] la condizione normale dell’uomo è quella androferica. l’uomo
è una sfera avente le proprità del corpo umano.
2.] questa sfera sta al centro del cosmo [se ha le proporzioni
di dio]. nel caso dell’uomo essa sta al centro del sistema di unità oranica,
sezione della stele, raggio dello spirito.
3.] l’uomo cioè non vive se non all’interno del raggio dello
spirito, che media tra uomo e cristo [essendo cristo di dimensioni troppi
grandi per accogliere l’uomo direttamente al suo interno].
4.] quindi la forma esplosa/vitruviana/cruciforme dell’uomo
testimonia che l’uomo è calato nella realtà virtuale.
5.] quando un giovane sta davanti a un vidio-gioco
elettronico, il suo corpo [virtuale] è immobile e la sua mente “cala” nel
personaggio del video-gioco. lo stesso accade davanti alla televisione. lo spettatore
sta immobile sulla sedia e cala nei personaggi televisivi.
6.] si verfica in questo caso:
a.] l’identificazione tra l’uomo-virtuale e l’androsfera,
b.] e tra il personaggio dentro il monitor e l’uomo-reale-virtuale
[scalazione/effetto scalare].
7.] il sistema di economia liberista riproduce, nel
protagonismo del lavoratore e dell’imprenditore, la condizione dell’uomo-virtuale,
che vive nella vita secondo gli scenari cinematografici, liberi e fantastici,
di cui al paragrafo PTF106.html_[…].
8.] l’uomo, nello stato, sta invece nella condizione dell’androsfera
interna al sistema di unità organica [condizione rigida e standardizzata
secondo l’impianto uomo-paradiso, di cui al paragrafo PTF75.html_[…]].
9.] …
a.] la base androsferica simulata dell’uomo è statale ed è a
economia socialista.
b.] il corpo virtuale reale è libero ed è a economia
liberista.
10.] l’uomo cioè dovrebbe vivere, all’interno dello stato,
come all’interno della stele, incastonato rigidamente in condizioni economiche
di sicurezza sociale, e non quindi essere esposto al rischio [rischio di
mercato], come nella realtà-virtuale, che riproduce negli scenari
cinematografici lo schema del liberismo, il cui “rischio” simula quello della
salvezza.