proposizioni sul rapporto tra scienza e tecnica e sul paradosso/follia
della scienza moderna, così come intesa secondo comte
1.] il rapporto tra scienza e
tecnica, così come espresso da comte, che chiama la tecnica con il nome di “arte”
e “azione” dell’uomo sulla natura, mostra la follia e il paradosso della
scienza moderna, anche in relazione alla concezione aristotelica della scienza,
propria di tutto il mondo antico.
2.] comte dice che la scienza
conosce le leggi della natura, e che dalla conoscenza di come funziona la
natura l’uomo può trarre il modo con cui intervenire sulla natura e
manipolarla.
3.] gli antichi e aristotele
avevano invece un concetto contemplativo della scienza e della conoscenza.
4.] la scienza moderna, al
servizio della tecnica, è una forma di follia.
5.] essa non è follia nel senso
della medicina, e qui appare [nell’ottica epistemica] sorprendente che comte
abbia ragione, che cioè l’uomo realmente possa manipolare la natura con la
tecnica conoscendola con la scienza.
6.] la conoscenza descrive la
realtà.
7.] nella realtà necessaria è
inserito dio, che è immobile in essa.
8.] la conoscenza che dio ha
della realtà e della propria realtà è quindi contemplativa, perché dio non manipola la prorpia realtà [se non nel
processo creativo].
9.] ecco quindi che appare
assurdo che l’uomo possa conoscere la natura, nella quale egli è inserito
staticamente come dio nella realtà necessaria, allo scopo di manipolare quella
natura che lo racchiude.
10.] la natura funziona secondo le
leggi. se, dunque, la natura funziona secondo leggi, è impossibile che l’uomo
possa modificare la natura e le sue leggi.
11.] l’uomo ha la tensione
manipolatrice [in cui proietta la salvezza], perché dio ha manipolato una parte
di sé per creare l’uomo e modificarsi con l’uomo.
12.] è evidente che l’uomo può
effettivamente manipolare la natura [come con la medicina], perché l’uomo si
trova nella realtà virtuale, l’unica che dio ha potuto manipolare, nella quale
l’uomo è attualmente inserito.