proposizioni sul concetto di popolo di dio
1.] nell’antico testamento si osserva il comportamento di un
dio che attribuisce importanza ai legami di sangue. così, ad esempio, dio si
premura di trovare una donna a isacco, e prima sara consiglia ad abramo di
unirsi alla schiava agar per avere una discendenza, ma dio non può consentire
che la discendenza di abramo [destinata a incorporare l’intero genere umano]
derivi solo da una schiava, così come non consente che essa derivi da caino, e
per questo fa generare a adamo ed eva il figlio set. anzi, sara fa ad abramo
cacciare agar, perché agar gli ha dato una discendenza che è addirittura
primogenitura, ma non da moglie legittima. è quindi dio che attribuisce al simbolo e al segno [sara è moglie non secondo il
matrimonio cattolico] un
valore salvifico, proibitivo e privilegiato [cioè esorcistico].
2.] per questo, poiché dio appare dare importanza ai legami
di sangue, si ritiene che il popolo di dio,
inteso come popolo dei cristiani, snon ia un concetto ultimativo e
finale in ordine alla storia della salvezza, che cioè il
cattolicesimo è concetto soteriologicamente parziale e
storicamente provvisorio in ordine alla
storia della salvezza. infatti il titolo di gesù è “gesù il nazareno, il re dei giudei” [INRI: gv 19, 19]. la chiesa
storicamente non si riconosce in israele, ma anzi, volendo che gli ebrei
riconoscano gesù come messia, pone le basi per l’estinzione del popolo di
israele, di israele, cioè del concetto centrale dell’antico testamento, che è il
popolo di abramo, prediletto da dio secondo il legame di sangue, un abramo
circonciso a cui dio promette tutte le generazioni umane future. la promessa data
da dio ad abramo, è fatta a israele, e supera il castigo [attuale] di israele. essa
è eterna.
3.] l’esegesi cattolica riguardante l’antico testamento è in
errore, perché ha la preoccupazione di identificare gesù con le profezie dell’antico
testamento, ha un valore apologetico, una preoccupazione che l’episteme non ha,
perché il cristo dell’episteme non è tanto il cristo della fede, ma è il cristo
della filosofia, che non cerca conferme nell’antico testamento, perché questo
non è in grado intellettivamente di comprenderlo e di anticiparlo e quindi non
si attende gesù, perchè gli ebrei non hanno conosciuto la filosofia greca, nella
quale appare cristo, ad esempio nelle filosofie speculative di platone e
aristotele.
4.] in ger 31, 31-34, che è il passo in cui l’esegesi
cattolica ritiene che avvenga la profezia del cristianesimo nell’antico
testamento, si dice in realtà che la nuova alleanza è fatta da dio sempre “con la casa di israele” [lo si dice
due volte], un israele in cui oggi la chiesa non si riconosce, ritenendo
superato il concetto di israele e di popolo di israele. accade che per la
chiesa il popolo degli eletti è il popolo dei cristiani [si diventa cristiani
con una procedura tecnica: il battesimo], e non più il popolo degli ebrei
[cristo è ebreo][si diventa ebrei con un legame di carne e di sangue].
5.] negli ultimi tempi scompaiono quindi il concetto, imperfetto
e storicamente provvisorio, di “cattolicesimo” e di “popolo dei cristiani” [che,
rispetto agli ebri, sono pagani battezzati], e rimane il popolo degli ebrei,
cioè israele, un popolo solo religioso [cessa
lo stato], con il clero cattolico e tutta l’umanità sottomessa al romano
pontefice, con costumi sacerdotali e liturgici corrispondenti alla chiesa
pre-conciliare.
6.] dovrebbero permanere [separati e minoritari] alcuni
elementi del culto ebraico [1 sam 3, 36] e del culto musulmano [gn 21, 13].
7.] il superamento del culto ebraico [imperfetto] e la sua
sostituzione con il culto cattolico [tecnologicamente perfetto] viene
profetizzata nella bibbia già in questo passo blibico: 1 sam 3, 14. l’antico
testamento è, quindi, pieno di riferimenti a ciò che ha fatto gesù [e che
l’antico testamento non si aspettava]: contrapporsi al clero ebreo avendo in
mente di fondare un “altro clero” e un’altra religione. gesù, con il suo
comportamento “scontroso”, non sposa la causa di israele, ma provoca
volontariamente una “rottura” fino alla reazione violenta, e inevitabile, del
clero ebraico. gesù, fin dall’inizio, si sceglie i suoi “discepoli”, cioè altri
e alternativi “sommi sacerdoti” [opposizione ad anna e a caifa]. mentre il
messia avrebbe dovuto fare gli interessi di israele, gesù si scontra contro
israele. l’interpretazione dell’esegesi cattolica della testimonianza di gesù,
il vero messia, come fatto “interiore e non più esteriore” dimostra che il
nuovo testamento è completamento estraneo a ciò che l’antico testamento si
aspettava. il passo biblico ger 31, 33 [incentrato sull’interiorità] si
incontra con la sensibilità del cattolicesimo, ma anche l’ebraismo è in grado
di interpretarlo. questa contrapposizione cattolica dell’interiorità
all’esteriorità, poiché questa ultima ha effetti esorcistici, è una delle cause
della crisi del cristianesimo, perché nella modernità [che è culto
dell’esteriorità] il male si è appropriato dell’esteriorità [mt 11, 12].
8.] gesù dice a pietro che egli vuole che negli ultimi tempi
ci siano entrambi i culti, secondo il passo biblico gv 21, 22.