proposizioni sul paradigma
della simulazione
1.] l’episteme ha definito in modo preciso il male e il concetto di
anti-dio. il creato è copia della realtà eterna. in questa è dio. quindi nel
creato, che è copia dell’eterno, viene riprodotto anche dio. questo dio non è
adamo [cosmo-adamo], ma è detto “anti-dio”: esso non vive e non pensa, ma è una
pura matrice, uno “scheletro”, l’impronta [fisica e organica, non vivente] di dio nel
creato [non può esistere un clone di dio].
2.] questo anti-dio sta all’origine delle divinità pagane, agendo
nell’inconscio dell’uomo, che proietta dio [di cui l’uomo ha lo schema mentale,
il dio della rivelazione, che potrebbe essere conosciuto potenzialmente anche senza
la rivelazione divina] nell’anti-dio. la rivelazione divina non è quindi
essenziale come fatto di conoscenza [il concetto di trinità deriva dai vangeli,
ma l’uomo avrebbe potuto formularlo senza i vangeli, come ha formulato il
concetto di triade, così come le altre trinità pagane], ma come fatto storico, in
cui il “dio vivente” si fa incontro all’uomo.
3.] la conseguenza di questa impostazione è che,
con l’anti-dio e il
creato, che sono copia della realtà eterna, inconsciamente
l’uomo può collocarsi
in paradiso anche prima della morte, un paradiso “copia”
dell’eterno, che
interpreta se stesso come eterno. l'uomo moderno non rifiuta dio, anche
nell'ateismo, egli cerca un altro dio, il dio [anti-dio] pagano. questo
dio è proprio come il vero dio, che è pagano, ma il vero
dio attualmente è cristiano [in fase sacrificale]. per cui
l'uomo moderno pagano nel dio pagano trova un concetto corretto di dio,
ma attualmente inattuale.
4.] il creato si sostituisce all’eterno, la copia dice: “non sono la
copia, ma sono l’originario”. è questa l’essenza della struttura originaria di
severino, che appunto sostituisce a dio l’anti-dio [secondo le previsioni di san
paolo]. in concetto di anti-cristo è la parte trinitaria cristica dell'anti-dio.
5.] così, nella civiltà della tecnica, l’uomo si colloca già in
paradiso, e racchiude la storia, interpretata come passato [racchiudendola in
internet, come memoria del creato] in un creato scalato nel medium tecnologico,
come memoria e identità dell’anima beata, proprio come avverrà dopo
l’apocatastasi, realmente in paradiso.
6.] l’uomo moderno nella civilità della
tecnica opera così una
simulazione di ciò che avverrà dopo la morte: come dopo
la morte le anime si
compenetrano con la tecnologia, così avviene oggi ad esempio con
i social
network, usati appunto dopo la morte [profili di interscambio, di
condivisione e
e compenetrazione tra le identità biografiche terrene delle
anime. i giovani così non vivono la loro storia: già
entrati in paradiso, la costruiscono a ritroso, come biografia
artificiale virtuale].
7.] i giovani sono in crisi perché essi vivono realmente nella dimensione terrena,
che costruisce l’identità biografica per l’anima beata, ma l’uomo moderno è già
scalato [a causa della codificazione mentale – messaggio - dell’apparire del
medium tecnologico, segnante con il suo apparire la riunificazione di cristo
con se stesso] in paradiso, e quindi questa costruzione biografica diventa a
ritroso e artificiosa, inventata e anzi assente. i giovani sono come anime
beate senza identità terrena, ma questa è proprio la condizione del dannato,
rappresentata nel film “blade runner”, dove l’umanoide clone è senza memoria.
8.] l’uomo moderno vivie come se fosse già risorto, e può farlo perché
l’apparire della tecnica [ipostatica] avviene in cristo solo dopo la morte:
l’emergere della tecnica/medium è il messaggio che dice all’uomo: “sei già
risorto” [come dice san paolo: “essi
credono che la risurrezione sia già avvenuta”: 2
tm 2, 18]. cristo infatti
ha creato usando la tecnica ma anche separandosi dalla tecnica, e
l’apparire di
questa viene mentalmente codificato con la riunione di cristo con la
tecnica,
ciò che avviene solo dopo la morte. l'apparie della tecnica dice
all'uomo: "ora sei in paradiso, quindi gioisci e non sacrificarti
più" [come avverrà in paradiso].