commento ad articolo di giulio dorfles “la terza via tra piacere e
censura. né “obbligo di godere” né moralismo: la strada per “desideri
normali””,
apparso sul corriere della sera in data 17 agosto 2009
1.] questo articolo [con il
concetto di “obbligo di godere”] mostra il senso ideologico e storico della
psicoanalisi freudiana, e il motivo della crisi che essa ha indotto in alcuni
credenti.
2.] l’es è dato dal rapporto tra
inconscio umano e denome.
3.] l’es non è solo a carattere
sessuale [in modo normale, o prorompente e disordinato], ma è anche:
a.] origine dell’aggressività.
b.] origine del paganesimo.
c.] origine delle suggestioni e
degli errori speculativi [= nichilismo].
d.] origine delle pulsioni
nichiliste, distruttive e autodistruttive.
e.] origine del male e del
peccato.
4.] la psicoanalisi si è
costituita storicamente come forma speculativa del male: essa non ha detto solo
che il piacere è un’opzione del comportamento, ma [come si legge nell’articolo]
essa ha inteso affermare l’obbligo del piacere, e il relativo senso di colpa
dell’uomo se non li lascia vincere dalle pulsioni dell’es, il quale [come “potenza”
in severino] deve [come obbligo morale] essere liberato [l’es è il demone
interiore]. così alcuni credenti sono andati in crisi di coscienza, perché,
scissi interiormente in io ed es, si sono identificati all’es, e si è fatto
intendere all’uomo che il controllo dell’es, e la sua repressione morale
educativa, è un atto di sadismo contro se stessi [detto “moralismo”], e così è
sorto un senso di colpa nell’uomo se egli non desidera lasciare vivere dentro
di sé l’es, e si è inteso come obbligo e condizione di salute e normalità psichica
la liberazione delle pulsioni aggressive e libidiche dell’es.
5.] la psicoanalisi moderna [la
cui cultura è al servizio del male] interpreterà il comportamento dell’uomo che
reprime l’es [cioè che non libera il demone] come comportamento deviante e
turba psichica, sì che [come dice freud] la religione e la moralità cristiana
sono forme di nevrosi e di malattia psichica [lecite e socialmente accettate
solo come opzioni religiose, e quindi “stranezze” comportamentali], e la
psicoanalisi suggerisce come terapia al paziente la liberazione del piacere e anche
dell’aggressività, anziché il controllo e dominio consapevole degli istinti.
6.] l’interpretazione primaria
dell’ideologia freudiana [tale è la psicoanalisi storica] è filosofica, e
l’episteme vede in essa una struttura del male, come il neoparmenidismo. si
tratta di concezioni speculative di pensieri strutturati dal male, finalizzati
a liberare l’es, cioè il male [il demone] interno all’uomo.
7.] nella psicoanalisi, secondo
l’episteme …
a.] al super-io corrispondono dio
e il bene,
b.] all’es corrispondono il
demone e il male.
8.] la distorsione speculativa
[errori e capovolgimenti di ragionamento] propria della psicoanalisi storica [e
tipica del neoparmenidismo] tende …
a.] ad attribuire negatività al
super-io, detto repressivo, sadico, malato, nevrotico, nemico dell’uomo,
invidioso [tutto questo sarebbe la religione].
b.] ad attribuire positività
all’es, detto salutare/salubre, liberante, futurista e attualista, amico
dell’uomo e generoso, altruista e positivamente egosita. di qui l’“obbligo del
piacere”, inteso come dovere a non nuocere a se stessi, cioè a non reprimersi e
a liberare [con piacere] ogni sfogo, sessuale e aggressivo. nel regno del male
[la “civiltà”, secondo freud] è inteso come dovere/obbligo morale servire l’es
[il demone] e i suoi bisogni. gli intellettuali sono in difficoltà ogni volta
che cercano di valorizzare i vaori tradizionali.
9.] questo capovolgimento di
ragionamento [l’es e gli istinti, sono il bene, e il super-io, cioè dio, il “padre”,
i genitori e i loro divieti, sono il male], facendo emergere l’es nell’uomo, e
non potendo l’uomo separare se stesso dal demone interiore, per paura di un “corpo
estraneo”, ha identificato l’io all’es [scacco dell’io], e ha condotto alla
crisi dell’etica tradizionale, per la liberazione dell’es e delle sue pulsioni,
colpevolizzando eticamente la morale tradizionale [e quindi la chiesa].