determinazione su una causa del dubbio di fede
1.] come si è detto, e qui si
riassume, l’uomo deve poter non credere in dio perché, data la certezza di dio,
è data la certezza della dipendenza della salvezza alle opere, e quindi l’uomo
non sarebbe libero.
2.] l’uomo può essere libero solo
se, potendo dubitare di dio, può dubitare delle opere. egli rimane libero di
operare, ma se dio esiste, non è libero di essere salvato senza le opere.
3.] il dubbio di fede è quindi
anche positivo.
4.] rimane il problema, non
risolto, di quei soggetti che sono senza dubbio di fede, pur dovendo rimanere
liberi [perché uomini], come coloro che sono stati soggetti a manifestazioni
del divino [come san paolo].
5.] questo problema trova qui in
parte una soluzione nel fatto che, anche se l’uomo sapesse con certezza che dio
esiste, dio potrebbe salvare anche indipendentemente dalle opere, e quindi la
dipendenza, di cui al punto 1.] [la correlazione della salvezza alle opere: mt ],
è per l’uomo sempre indeterminata/dubitabile. la correlazione tra opere e
salvezza è necessaria, ma anche dubitabile, perché l’uomo non conosce la volontà
di dio, che solo a volte la manifesta [“se
sapessi con certezza che dio esiste, non saprei però che cosa mi chiede”].
6.] esisterebbe quindi una
differenza tra coloro che dubitano e coloro che non dubitano:
a.] ai primi le opere sono
richieste, ma essi non possono saperlo con certezza, e quindi sono liberi.
b.] anche ai secondo le opere
sono richieste, ma rimagono liberi, perché non sanno se davvero le opere sono
necessarie, in quanto dio non rivela loro la sua volontà.
c.] se la rivelasse con certezza,
l’uomo, che sapesse che dio esiste e sapesse anche la volontà di dio, non
sarebbe libero.
d.] l’uomo scopre, inoltre, che
ciò che deve fare non dipende [solo] dalla volontà di dio, ma dal proprio
destino, cioè da una necessità, che, nella sua costrizione e insieme nella sua
verità, interna al soggetto, obbliga ma, nel contempo, rende liberi, perché l’uomo
stesso è anche la necessità.