determinazioni sul purgatorio
1.] l’essenza delle carceri è il purgatorio.
2.] il purgatorio è anche altro, oltre che il carcere per la
purificazione delle anime impure.
3.] vi passano forse anche i santi. esso è infatti luogo del
perfezionamento tecnico dell’uomo, per renderlo psicologicamente compatibile
con dio.
4.] ad esempio, gli uomini che partecipano alle trasmissioni
televisive in cui si racconta la propria vita privata simula ciò che accadrà
nell’al di là, quando gli uomini “racconteranno” la propria vita alle anime per
giustificare se stessi. il fatto che la storia mostri questa simulazione
dimostra che la struttura della tecnica riproduce il paradiso e il purgatorio
[il terzo mondo, le guerre e le periferie urbane metropolitane riproducono l’inferno].
5.] supponiamo che un uomo abbia lavorato poco, partecipi a
queste trasmissioni e poi muoia. la sua dignità davanti a dio
corrisponde a
quella del super-uomo [anima celeste beata], per cui la
“bassezza” della sua
esperienza di vita non può intaccarla. ma questa anima deve
necessariamente soffrire
per essere degna del paradiso [che è quella dimensione imitata
dal mito, a cui
solo un “uomo-mito” può accedere], e quindi viene
fortificata/giustificata/purificata/perfezionata
tramite il purgatorio, che restituisce a ogni vita un sacrificio degno
del lavoro di dio-creatore. se un’anima non è
“degna” del paradiso per aver
svolto [anche senza sua colpa, come un bambino del terzo mondo] poco
lavoro, il
purgatorio [anche se l’anima è pura] la farebbe soffrire,
restituendole la
dignità-mito che la rende degna del paradiso. quindi il
purgatorio non è solo
per le anime impure. vi passerebbero anche i santi.
6.] nel regno della tecnica attuale, i santi sono simulati
dai cosiddetti “vip” [very important person], che sono i modelli della gente
comune. la ricerca epistemica non ha ancora compreso perché in paradiso devono
esistere questi modelli.
7.] non è esclusa una corrispondenza tra modello e ruolo
istituzionale, oggi forse in difetto di corrispondenza.