proposizioni sulle condizioni di dimostrabilità della metafisica
epistemica
1.] la metafisica epistemica deve poter essere dimostrata
come l’esistenza di dio.
2.] è possibile che alcune dimostrazioni dell’esistenza di
dio possano essere usate per dimostrare altre realtà metafisiche. in questo
caso il problema sarebbe dato dal fatto che l’oggetto/ipostasi da dimostrare
non è un soggetto [dio] come l’uomo, ma la forma, come quella creata, ad esso
corrispondente, che cade [rientra] però nell’osservazione dell’uomo, come l’oggetto
eterno e necessario cade nell’osservazione di dio.
3.] la metafisica non è scienza, ma sta prima della scienza.
4.] la scienza neppure si base sull’osservazione, perchè,
come detto, ciò che appare all’uomo non è la natura e non è il cosmo, ma è un
artefatto artificiale [gli astronomi parlano del cosmo di una simulazione e
programma virtuali, secondo l’esempio di putnam degli stimoli ai cervelli nella
vasca], su cui l’uomo ha inconsciamente proiettato la forma del cosmo, dell’universo
e della natura [che pure esistono, ma non appaiono]. tutta la scienza è quindi
stata inconscia, e il suo oggetto [il cosmo] non appare all’osservazione umana.
5.] la metafisica è scienza dell’essere, dell’esistenza, la
quale [l’essere] non appare.
6.] esso appare nello spirito, che non appare.
7.] lo spirito appare nel/come campo della percezione.
8.] in esso cade la materia.
9.] ma neppure la materia appare, perché ciò che appare [nel
campo dello spirito], è la realtà virtuale.
10.] tutto ciò è detto ma non appare: ecco, quindi, che
viene giustificato l’operazionismo del bridgman, ma in prospettiva epistemica:
la definizione non è operatività, ma strumentalità per la costruzione del
sistema teorico del tutto.
11.] appare il linguaggio e il senso delle parole “essere”, “spirito”,
“pensiero”, “materia” [che non appare], ecc.. grazie al linguaggio [fatto anche
di schemi], il pensiero intuisce il senso delle parole “essere” e “dio”, e poi
il soggetto traduce questo senso in azioni [etica, lavoro, ecc..].
12.] la tecnica è potere perché produce piacere, ma il
cristianesimo nega valore al potere della tecnica, perché esso
non è ideologia del piacere,
ma è azione di rinuncia al piacere, come accettazione del
sacrificio, da cui ha origine in dio la creazione del creato e la
salvezza dell'uomo.