considerazioni su lavoro, altruismo e politica/alcune determinazioni
essenzialistiche dell'etica cattolica
1.] nel vangelo si parla di un giudice che non dovrebbe
essere credente, perché “non temeva dio
e non aveva riguardo per nessuno” [lc 18, 2][a questo giudice si paragona
dio]. nel vangelo a volte si sottolinea l’importanza della fede [“chi non crede è già stato condannato”],
a volte questo aspetto non viene precisato, secondo anche il magistero
ecclesiale per il quale viene salvato “ogni uomo di buona volontà”.
2.] ciò posto, tre parabole [che prescindono dalla fede] evidenziano
la natura della salvezza cristiana:
a.] la parabola dei talenti mostra che l’uomo deve esprimere
le opere.
b.] la parabola del giudizio correla le opere alla carità.
c.] la parabola delle vergini dice che esiste un tempo entro
il quale la produzione delle opere viene richiesta [poi, dice gesù, “viene la notte, quando nessuno può più
operare”, e dopo la notte viene il giudizio].
3.] san paolo precisa che le opere non sono atti formali [la
“legge”], ma devono [utilizzo di metafora] “incidere sulla carne” [nel senso
della volontà], cioè [epistemicamente] essere di lavoro [costanza nell’applicazione
dello sforzo] e di studio [sacrificio della mente].
4.] spesso si ha l’idea di un’azione politica condotta
secondo la carità. il cittadino ha un vantaggio se il politico è generoso, e al
politico, a ogni uomo, quella di essere generosi sembra un’azione non adulta/infantile.
5.] così il continente africano è tutta una vasta area verso
la quale si richiede al mondo di essere “generoso” in “aiuti”.
6.] si ritiene che l’azione politica debba essere
spersonalizzata. ciò può realizzarsi sostituendo la politica con il diritto.
7.] il fine del diritto [nella cui realizzazione la politica
ha un comporto di attuazione efficace e di mediazione tra interessi
contrapposti e conflittuali] è, secondo quanto detto nel punto 2.], porre ogni
uomo nella possibilità/condizione di esprimere i propri talenti, non nel senso
che lo stato dà la salvezza, ma nel senso che lo stato pone le condizioni [cioè
l’educazione civica e l’istruzione scolastica] per un raggiungimento autonomo
della salvezza da parte dell’uomo. si precisa che lo stato epistemico non si rivolge
all’uomo in quanto cittadino e lavoratore, ma all’uomo in quanto uomo.
8.] in questo senso, anche la politica, il diritto e lo stato hanno un fine
soprannaturale, di ausilio alla salvezza e alla chiesa.
9.] questa determinazione [punto 7.]] viene riflesse nell’articolo 1
della costituzione della repubblica democratica, secondo cui lo stato è “fondato
sul lavoro”, cioè sull’espressione dei talenti.
10.] è in questo senso che il diritto esclude il
giustecnicismo, in cui, lavorando, nella civiltà della tecnica, le macchine al
posto dell’uomo, l’uomo non esprimerebbe i suoi talenti.
11.] invece …
a.] quando il lavoro non è richiesto, è necessariamente
richiesto lo studio.
b.] tra il lavoro e lo studio, è preferibile lo studio, come
forma di sacrificio e di espressione dei talenti “migliore” [perfetta], gradita/voluta/prevista
da dio.
12.] l'impersonalizzazone della politica nel diritto [per
cui la politica non equivale più a generosità e ad altruismo] equivale al fatto
che il politico non deve “fare la carità” al cittadino, o “essere generoso” con
il cittadino. l’atto di porre il cittadino in grado di esprimere i suoi talenti
deve essere azione attuata dal diritto, non dalla politica, e ciò è ottenuto perché
il diritto viene costruito dai giuristi, cioè dagli scienziati del diritto. la
scienza [del diritto] è oggettiva, neutrale e impersonale.