considerazioni sul rapporto tra
antico e moderno
1.] nella disputa
storica sulla superiorità dell’antico o del moderno, è posto il fatto che il
moderno non è quindi inteso in continuità evolutiva con l’antico.
2.] inoltre è posto
il fatto di un conflitto tra antico e moderno. si può esemplificare questo
conflitto in questo modo: tra progresso [moderno] e tradizione [antico]; per il
fatto [esemplificazione] che un uomo [moderno] sia superiore ad un altro uomo
[antico], perché cammina con in tasca una calcolatrice elettronica [cioè
possiede la tecnica].
3.] si può
paragonare il rapporto tra antico e moderno al rapporto hegeliano tra simbolo e
concetto. il simbolo e il concetto si escludono reciprocamente, ma essi si
riferiscono alla stessa cosa. il simbolo è un segno che significa la tecnica.
il concetto è la tecnica. ma l’uomo non possiede la vera tecnica, cioè quella esistenzialmente
connessa alla necessità e salvifica. la possiede solo il clero con il controllo
della liturgia, simbolo/segno esteriore a cui dio garantisce un’efficacia
sacramentale a livello di dimensione soprannaturale non apparente [connessione
alla necessità e al corpo di cristo].
4.] quindi sia il
simbolo del computer [un segno], sia il computer
[umano] sono entrambi simboli, ma il primo nasconde il concetto, perché non ne
fa apparire direttamente la forma, il secondo lo fa apparire, perché la forma
del computer fa apparire il computer stesso [la sua forma è cioè direttamente
quella del computer non apparente, la tecnica da cui l’uomo è sconnesso, e a
cui si connette solo con la liturgia]. la tecnica, intesa anche come civiltà, è
simulazione della tecnica liturgica celeste non apparente.
6.] l’antico e il
moderno sono entrambi errori, e sono tempi storici mai esistiti: il primo è però
più vero del secondo, cioè imita meglio il paradiso.
7.] nell’antico non
appare la tecnica [non solo perché non è ancora stata inventata]. il non
apparire della tecnica significa che la tecnica è comandata, nella sua
dimensione non apparente [perché sempre esiste la tecnica], con il pensiero. l’antico
è cioè luogo della telepatia. per questo i costumi sono semplici e gli uomini
sono quasi nudi, immersi nella natura: perché i vestiti [rivestimenti robotici] e la tecnica non
appaiono, ma esistono, e l’uomo li controlla con il pensiero a livello
inconscio: l’uomo è nella natura, e la tecnica è usata telepaticamente. se nell’antico
fosse stato inventato il computer, l’uomo antico non lo avrebbe usato,
preferendo le danze e la guerra. la tecnica viene inventata nel tempo successivo dell’emersione
della pulsione del suo bisogno.
8.] la modernità è
inferiore all’antichità. la tecnica che salva deve essere
duplicata/clonata.
l’uomo moderno dubita che essa esista, che sia duplicata in cielo
e in cristo, che la
possa controllare [controllando dio con la preghiera avente efficacia
liturgica], e per questo la fa apparire, dicendola inventata e creata.
nasce la civiltà industriale, il grande tempio della tecnica. il
moderno è quindi luogo dell’insicurezza dell’uomo
riguardo ai novissimi e al loro rapporto con la tecnica, uomo che,
nel timore che la tecnica salvifica [sacramentale] non sia clonata [da
dio] per sè, la
fa apparire. alla telepatia [preghiera] antica, si sostituisce il
controllo
diretto, garantito dall’apparire dell’oggetto [la tecnica]
da controllare.
9.] l’antico è
superiore al moderno, non perché l’antico non abbia
bisogno della tecnica [e
non è inferiore al moderno perché privo della tecnica,
perchè la tecnica esiste sempre/come dice dick, secondo cui
nell'universo ci sono le macchine], ma perché in esso la
tecnica è pensata come controllata nell’inconscio e per
questo essa non appare.
ma anche l’antico è nell’errore, perché di
fatto l’uomo, con la caduta di
adamo da eden, non ha il controllo [telepatico] della tecnica [quella
non apparente,
reale, sacramentale].
10.] l’uomo ha
iniziato a controllare la tecnica reale non apparente e a duplicarla solo con
la liturgia cattolica, ed essa è forma della tecnica che l’uomo non può riprodurre
contro il volere di dio e senza dio [at 8, 20].
11.] l’apparato
industriale e finanziario umano è una riproduzione del vincolo tecnico-cristico di salvezza [chiesa non apparente],
cioè dell’apparato tecnico che dio sta attualmente clonando in paradiso e nel
corpo di cristo, per vincolare a sé le anime beate salvate.