il problema dell’ateismo come possibilità speculativa
nella nota_2 del paragrafo PTF54.html_[…] si è detto che l’ateismo
è forma inconscia di uccisione di dio. ora di analizza la possibilità che l’ateismo
sia frutto conclusivo di un processo speculativo:
1.] il pensiero è distinto come pensiero quotidiano e
pensiero speculativo: il secondo richiede uno sforzo di volontà [intuizione
dell’essere e dell’essere necessario], il quale è anche sforzo corretto in
senso etico.
2.] la spiegazione di ciò può essere dovuta al fatto che l’uomo
è creato [da dio] con uno sforzo di volontà dal principio [l’essere], per cui
il pensiero dell’essere, cioè dell’origine, richiede nell’uomo un
corrispondente sforzo di volontà.
3.] l’ateismo come posizione speculativa deriverebbe da un
inadeguato sforzo di pensiero dell’essere, ed eticamente non corretto.
4.] l’idea di dio nasce nell’uomo da due posizioni del
pensiero, di cui una sola è presente in severino:
a.] l’attaccamento sentimentale dell’uomo alla vita, che,
riflettendo sulla morte, lo porta a desiderare l’eternità [così anche in
severino];
b.] l’intuizione, assente in severino, che l’eternità, così
come l’esistenza [ora mortale] dell’uomo, non può essere gratuita [cioè deve
essere guadagnata], proprio perché [intuisce la mente], l’uomo esiste in quanto
frutto di uno sforzo di volontà [l’atto creatore di dio]. dice infatti l’uomo: “perché
c’è l’essere anziché il nulla ?”. parmenide dice che “l’essere necessariamente
deve esistere”. quindi quell’essere che dovrebbe non esistere è solo l’esistenza
dell’uomo, la quale si percepisce come non normale rispetto alla necessità.
5.] in quanto severino pensa e prospetta per l’uomo l’eternità
dopo la morte di tipo gratuito, severino sostituisce l’uomo a dio. infatti dio
è il soggetto, la cui esistenza e la cui felicità eterna sono gratuite, perché necessarie
[in quanto necessarie determinazioni dell’essere_necessario]. questo perché dio
è determinato direttamente dall’essere, l’uomo invece deriva dall’essere con la
mediazione [atto creatore e sforzo di volontà] di dio.
6.] poiché l’esistenza dell’uomo non è gratuita, ma è
costata a dio uno sforzo di volontà, l’eternità e la felicità eterna dell’uomo
dopo la morte presuppongono uno sforzo di volontà, che è il comportamento
etico. l’esistenza dell’uomo non è gratuita, e così la sua felicità richiede
all’uomo uno sforzo di volontà, che corrisponde allo sforzo di volontà con cui
dio ha creato l’uomo con l’atto creatore.
7.] poiché il pensiero dell’essere è univoco ed è
univocamente determinabile, il pensiero dell’inesistenza di dio è non pensiero [cioè
pensiero non corretto specualtivamente e non corretto in senso etico] dell’essere,
e il pensiero [severiniano] della gratutità dell’eterno per l’uomo, come l’eterno
è gratuito per dio, è sostituzione totemica dell’uomo a dio. la non correttezza
etica del pensiero dell’uomo consiste in una inadeguata percezione della non-gratutità
dell’esistenza dell’uomo.
nota
è possibile che il presente paragrafo suggerisca una dimostrazione epistemica.