proposizioni sul concetto di regno di dio [= regno dei cieli]
1.] il regno di dio, che è il
paradiso, dio non lo ha creato per l’uomo, perché è il regno “di dio”.
2.] dio quindi abita in un regno,
i “cieli”.
3.] l’espressione “regno di dio”
non equivale all’espressione “dio”: quindi dio non si identifica al paradiso,
al suo regno, ai “cieli”.
4.] la teologia tradizionale
identifica dio ai “cieli” perché la distinzione tra dio e cielo comporta che
dio non ha creato i cieli, il suo regno, quindi comporta l’esistenza di altre
realtà necessarie distinte da dio, e quindi il fatto che sia dio che queste
realtà provengono da un principio esterno a dio.
5.] è tipico del nichilismo
teologico identificare dio con
il solo “amore”, cioè con la carità. ogni altro carattere “positivo” di dio ne
farebbe il “dio dei filosofi”, cioè un dio in cui sarebbe presente un elemento
erotico.
6.] questa stessa presenza sta
nella considerazione della distinzione tra dio e il suo regno.
il regno è elemento erotico [per questo deve scomparire].
7.] questa censura speculativa è
dovuta al fatto che il cristiano nega l’esistenza, anche in paradiso, dell’eros
a cui in terra ha dovuto rinunciare. egli infatti pensa che la prospettazione
nell’al di là, di ciò a cui si è rinunciato nell’al di qua, renderebbe falsa
quest’ultima rinuncia. ma con ciò si contraddicono le parole di gesù, il quale
dice che “scoperto il tesoro, lo si deve ricoprire di nuovo”
[mt 13, 44]: la
rinuncia all’eros è solo per l’al di qua, e nella
sua provvisorietà essa è
autentica rinuncia. ciò a cui non si deve invece rinunciare
è il desiderio dell'eros, scoperto dalla conoscenza,
cioè dalla ragione. anche per questo la teologia tradizionale
diffida della ragione.
8.] nell'enciclica "deus caritas est" il magistero ecclesiale
positivizza l'eros, e identifica l'amore di dio all'amore sponsale [di
tipo erotico] tra uomo e donna.