proposizioni sulla determinazione primaria/elementi di
epistematica e di epistemologia epistemica: il paradosso del tempo
proposizioni sulla determinazione primaria
1.] l’utilizzo del termine
“determinazione primaria” è qui ancora convenzionale.
2.] nella realtà_necessaria esistono
l’oggetto e il soggetto [dio], ma è problema se si possa considerare speculativamente
“privilegiato” il soggetto, pure essendo il soggetto “dio”.
3.] ciò posto, si definisce
[ancora] convenzionalmente “determinazione primaria”, nell’analisi del piano della
necessità, il rapporto tra l’oggetto [l’esistenza] e il soggetto [dio].
4.] dio è staticamente inteso come
l’identità dell’essere con se stesso, identità entizzata [scalata nella
relazione logica di tipo dispari].
5.] dio è dinamicamente [in
senso a–temporale, essendo dio eterno] inteso come il termine [soggettivo]
dello sviluppo che parte dal principio [l’esistenza/essere]. come termine di
tale sviluppo, dio è la massima complessità [organica].
6.] nella relazione primaria, tale
sviluppo dell’essere si inserisce all’interno della relazione [dispari] tra
l’essere e dio, dio che è l’auto-identità dell’essere, entizzata.
7.] tale inserimento dà origine alla
complessificazione [soggettiva = organica] dell’essere.
8.] esiste anche un termine oggettivo
dello sviluppo [che potrebbe essere la tecnica, inorganica], ed esiste quindi anche una
complessificazione oggettiva e, per questo, oggettuale, dell’essere [inorganica].
9.] per la relazione della convergenza
[e quindi dell’incarnazione] dio, che è il soggetto complesso, si inserisce
nell’oggetto complesso, e per questo la tecnica riveste il corpo di dio, come
il computer riveste la mente. elementi di epistematica e di epistemologia epistemica
1.] l’essere è sostanza a sé.
2.] in aristotele, l’essere non è
sostanza a sé, ma è l’attributo generale della materia.
3.] nell’epsisteme, come la materia ha,
nell’essere, un attributo generale, così lo spirito ha, nell’essere, un
attributo generale: deve quindi esistere l’essere in sé, che non sia né
materiale né spirituale, ma sia attributo per se stesso, e quindi sia anche come
sostanza specifica.
4.] l’essere è la base dello spirito,
lo spirito è la base della materia.
5.] la materia può essere definita come
la sottrazione dell’essere allo spirito, e per questo la materia è “vuoto” [non
“nulla”].
6.] il vuoto, come la materia, è
oggetto della fisica e della cosmologia.
7.] il nulla, come l’essere, è oggetto
della metafisica e dell’ontologia.
8.] come l’essere è la base per la
materia, così l’eterno è la base del tempo e l’infinito è la base dello spazio.
9.] in realtà, però, il tempo e lo
spazio precedono le determinazioni che sono oggetto della fisica, perché lo
spazio è la base dell’infinito e il tempo è la base dell’eterno [si rileva
assenza di passaggio logico in questo discorso].
quindi lo spazio e il tempo sono determinazioni primariamente metafisiche [relative all'essere].
10.] la teologia tradizionale è
influenzata dalle determinazioni della cosmologia moderna [che, in quanto moderna,
non è cosmologia scientifica/”scientifica” in senso moderno], per la quale il
tempo e lo spazio, con cui sono misurate anche le galassie, sono concetti a
determinazione “quotidiana”, relativa al “mortale”, cioè all'uomo finito [concetto proprio del
neo_parmenidismo, qui acquisito], e quindi l’osservatore è l’uomo, e non dio
[come dovrebbe essere]. infatti, [esempificazione] l’“anno luce” è costruito in
termini di metri e secondi, misurati sull’uomo.
11.] da qui la svalutazione comune,
nella teologia tradizionale, del “temporale” [si dice: “i limiti del tempo”] e
la conseguente opposizione tra “tempo” ed “eterno”.
12.] invece, nella cosmologia e fisica
epistemiche, che assumono come “osservatore” dio, il tempo e lo spazio sono le
coordinate spazio-temporali dell’eterno e dell’infinito nell’essere_necessario
[declinate poi come concetti ad uso “quotidiano” nella cosmologia moderna].
13.] si aggiunge, per definire il
successivo sotto-paragrafo, che il tempo e lo spazio non riguardano solo il
cosmo [necessario/eterno e creato], ma riguardano anche l’essere, per cui
l’emanazione dell’essere, che è matrice dell’evoluzione del cosmo, si
basa anch'essa sullo spazio e sul tempo.
14.] poiché dio è eterno, questo “tempo”
è dinamicamente a-temporale [il divenire primario dello sviluppo è a-temporale], essendo
un “prima” e un “dopo” che segna la direzione di uno sviluppo logico, i cui
diversi stadi sono posti sopra il piano della necessità, e questo piano è lo “spazio”
dell’essere. il paradosso del tempo
1.] in relazione a tali determinazioni,
il principio essendo l’esistenza pura come origine di dio, essa è insieme
passato e futuro di dio [paradoss del tempo]:
a.] come principio e origine di dio, il
principio è il passato di dio, come sua origine e fondamento, o “base”;
b.] ma in quanto tutto ciò che esiste
trae esistenza dal principio, questo è anche il futuro di dio, poiché ciò che
dio eternamente si trova davanti, come eterna novità alla sua coscienza, trae
origine dal principio.
2.] il principio sta quindi dietro e
davanti a dio:
a.] dietro, come passato, inteso come
fondamento dell’origine di dio;
b.] davanti, come futuro, inteso come
fonte di perenne nuova esistenza per la vita [biologica] e la conoscenza [psichica] di dio.
note
1.] classificazione sistemica:
a.] logica/protologia/proto-teologia.
b.] logica/protologia/protologia del fondamento.
c.] logica/teologia/teologia del fondamento.
2.] sarà eseguito schema su tale paragrafo.
3.] questo paragrafo presenta determinazioni già date.
4.] paragrafo chiuso in data 27/04/2009 ore 20:45/possibili ulteriori integrazioni e correzioni.