proposizioni sul senso del tempo attuale/con riferimento alla tecnica
premessa
1.] il bene è lo stare al di qua del bene e del male e
scegliere il bene.
2.] il male non è solo la scelta del male, ma è anche lo
stare al di là del bene e del male.
3.] quando un filosofo, come severino, pensa che stare al di
là del bene e del male significa escludere il male, ciò significa solo che chi
sceglie il male non può pensare di scegliere il male [perché il male è un male
per l’uomo], e quindi come meccanismo di difesa dal male che viene scelto, l’uomo
che lo sceglie si pone al di là del bene e del male.
4.] lo stare al di là del bene e del male è lo stare in
paradiso.
5.] lo stare al di qua del bene e del male è lo stare in
terra.
6.] il paradiso è attualmente inattuale ed è proibito all’uomo.
quindi l’uomo deve stare al di qua del bene e del male. chi si porta al di là
del bene e del male, si pone nella dimensione di dio, e crede di poterlo fare. infatti
l’uomo non può collocarsi in paradiso, e proprio per questo porsi al di là del
bene e del male è un errore, ed è forma del male [rispetto alla dimensione
terrena attuale, che sta al di qua del bene e del male].
testo
7.] cristo non appare [gv 16, 10][perchè nel processo creativo
dio si separa da dio/oltre al fatto che questo processo avviene durante
l'uscita -ciclica - di cristo da dio: gv 16, 28].
8.] cristo ha creato partendo dalla condizione paradisiaca
dell’inerzia [cristo pagano].
9.] perché l’uomo sia libero di scegliere dio, l’uomo deve essere
libero di scegliere il dovere morale, che dio impone.
10.] per farlo, anche l’uomo deve partire da una condizione
di assoluta inerzia [uomo pagano].
11.] ciò si realizza ad esempio nel ricco, oggi.
12.] l’uomo deve essere libero di scegliere il bene o il
male, come dio era libero di creare o non creare [condizione di assimilazione].
13.] per essere libero di scegliere tra il bene e il male,
tra dio e il non dio, l’uomo deve scegliere tra l’essere in paradiso [al di là
del bene e del male] o l’essere in terra [al di qua del bene e del male], cioè
tra cristo-pagano e cristo-cristiano.
14.] il cristo-cristiano non appare, ma appare nella chiesa.
15.] il cristo-pagano appare nella tecnica come grande-fratello.
16.] a un certo punto della storia l’uomo quindi può
scegliere [lo è messo in grado da dio attraverso la secolarizzazione e la
scristianizzazione, che liberano l’uomo dal cattolicesimo secondo il
condizionamento educativo, il quale priva di libera scelta] tra cristo-cristiano e cristo-pagano, cioè tra la chiesa e la tecnica.
17.] il momento di questa scelta, reso possibile dall’apparire
di cristo nella tecnica, caratterizza il tempo attuale, inteso come il
momento, nella storia, della scelta di dio in modo massimamente libero,
responsabile e
consapevole.
18.] in questo processo si inserisce l’episteme, perché l’uomo
non può scegliere tra chiesa e tecnica, in quanto esse sono identificate,
ovvero l’uomo è posto, per essere libero, sul punto di indifferenza tra chiesa
e tecnica. l’episteme serve per spezzare questa indifferenza, facendo capire
che cosa è vera chiesa [cristo] e che cosa è falsa chiesa [la tecnica].
19.] dio conduce l’uomo su questo punto di indifferenza e a
questa libera scelta, nella storia, necessariamente in senso hegeliano, per imitare la
condizione di massima libertà di dio difronte alla decisione creatrice. come
dio era libero totalmente di creare e non creare [difronte all’etica del
lavoro], così l’uomo viene posto davanti alla scelta tra cristo [dio e etica
del lavoro] e tecnica [anti-dio e etica del non lavoro].