considerazioni sul neoparmenidismo
1.] il neoparmenidismo nega la verità e dice di essere la
verità:
a.] nega la verità intesa come verità del divenire e rimedio
ad esso.
b.] dice di essere la verità, come affermazione della verità
dell’eternità del tutto.
ma in questa negazione del divenire anche severino potrebbe cercare
un rimedio al divenire [negazione del divenire come rimedio al divenire].
2.] severino dice che la verità del cristianesimo è “omicida”
verso dio e gli uomini, perché il divenire è “omicida” come cannibalismo dell’ente
da parte del nulla.
3.] in realtà anche la filosofia di severino è “omicida”
verso dio, perché l’eterno, in severino, [che è eterno del creato] si
sostituisce all’eterno di dio. in questa sostituzione dio è tolto, cioè “ucciso”.
4.] inoltre dio è tolto [“ucciso”] nell’ateismo: a-teismo.
5.] la filosofia di severino, non interessata al discorso
epistemico della verità, sottovaluta l’importanza dei suoi stessi concetti [non
sottovalutata invece dall’episteme]:
a.] il concetto di “uccisione di dio” [a cui accenna anche
vigna quando dice, ne “la verità del desiderio”, che: “nell’attingere al frutto
proibito, adamo ed eva è come se uccidessero dio”] significa che la pulsione
edipica nell’uomo è rivolta prima verso dio, e poi verso il padre terreno.
b.] ciò capovolge l’assunto ateistico di freud, per il quale
dio è proiezione del padre terreno, ucciso dall’uomo per il complesso edipico.
c.] così, nel concetto di “uccisione di dio” [come messo in
luce dall’episteme] si ha la confutazione di questo assunto freudiano, che sta
alla base della sua critica della religione [intesa come nevrosi per il senso
di colpa dell’uccisione del padre terreno, poi divinizzato nel suo “fantasma”,
proiettato in dio].
d.] quindi severino ha messo in luce un concetto
fondamentale, ma lo ha svalutato, non vi ha riflettutto, perché a severino non
interessa l’analisi del complesso edipico [che è una pulsione, che la sua
filosofia ridurrebbe a “declinazione del senso del divenire”], in quanto per
severino “tutto è eterno”, e quindi, in questa espressione, ogni causalismo e
le sue conseguenze perdono senso e significato.