posizionamento del neoparmenidismo all'interno della storia della
filosofia [storica e nella concezione epistemica]/
sintesi ed essenza del
neoparmenidismo
1.] nella storia della filosofia, così come viene insegnata
nelle università, il neoparmenidismo è interpretato come uno sviluppo della
filosofia heideggeriana in chiave di ripresa moderna del parmenidismo.
2.] differente è invece il concetto epistemico [con
riferimento al sapere] e epistematico [con riferimento alla scienza della
costruzione del sapere] del neoparmenidismo nella storia epistemica della
filosofia.
3.] secondo questa concezione [di cui neppure severino è
consapevole, nel senso che severino non conosce l’essenza del suo pensiero]:
a.] il neoparmenidismo è una filosofia quantitativamente “piccola”
come quella di parmenide, cartesio o di nietzsche, svolta attorno a pochi nuclei
tematici determinati, ma qualitativamente “grande” come una delle grandi
sintesi della storia del pensiero [platonismo, aristotelismo, agostinismo,
tomismo, criticismo kantiano, hegelismo, quindi neoparmenidismo].
b.] questi nuclei tematici sono:
b1.] l’eternità del tutto, di ogni ente, di ogni
accadimento/evento, di ogni variazione dell'apparire.
b2.] l’inesistenza del divenire [concetto che è insieme
presupposto e conseguenza dell’eternità del tutto].
b3.] il non senso dell’etica, della libertà e della
volontà
[concetti che presuppongono il divenire]. poiché l’uomo
è costitutivamente
[psicologicamente, in senso scientifico] tale [l'uomo è
costitutivamente un soggetto morale, libero e che esprime
volontà], l’uomo, dice severino, è un
“errore”.
b4.] l’inesistenza di dio, di un dio creatore [non esistendo
il divenire, non può esserci creazione], di un dio libero [poiché non esiste la
libertà], quindi del dio cristiano [che è libero e creatore].
b5.] la fede nell’esistenza del divenire è un errore, essa
provoca l’apparire della tecnica destinata, per la potenza, a dominare gli
uomini e la natura [anche il pensiero dell’esistenza di questo dominio è
follia], e anche a “creare” dio [severino non pare dubitare che la tecnica
possa manipolare geneticamente l’uomo fino a renderlo immortale e a creare in
terra il “paradiso”: civiltà della tecnica e paradiso della tecnica]. quindi
tutta la storia dell’uomo, e del pensiero, è un errore. l’uomo agisce e si
muove nell’errore.
b6.] alla fine della storia l’uomo si libererà di questo
errore, accettando il neoparmenidismo.
c.] il neoparmenidismo non è una ipotesi speculativa: esso
porta alla luce l’inconscio dell’uomo strutturato [geneticamente] secondo il
male e condizionato dal male. in questo senso davvero l’uomo, che agisce
secondo il male, è portato ad accogliere il neoparmenidismo.
4.] la conseguenza di questa concezione è che il
neoparmenidismo è realmente, come riconosciuto da fabro, la
maggiore eresia della storia [eresia nel senso di errore che attacca la fede
cristiana], e quindi non si può sottovalutare [come fa la storia del pensiero
insegnata nelle università] l’importanza di questo pensiero, per cui si riconosce
severino maggiore per importanza di heidegger, e primo filosofo del Novecento
[quando invece la storia del pensiero insegnanta nelle università attribuisce questo primato a
heidegger].
5.] si sottolinea che severino definisce correttamente il
concetto nichilistico di divenire, ma il suo errore è che egli ammette solo l’esistenza
di questa concezione, e non ammette che possa esistere il divenire secondo una
diversa concezione, un divenire che non viola il principio di non
contraddizione, divenire che deve esistere per la fede come fondamento della
libertà, dell’etica e della creazione.
6.] nel profondo dell’inconscio dell’uomo, nella sua parte
strutturata secondo il male, stanno:
a.] il concetto nichilistico del divenire, correttamente
definito da severino, e da severino portato alla luce.
b.] il concetto [erroneo] dell’eternità di tutte le cose,
concetto che vale per la realtà necessaria [di dio], ma che non vale per il
creato, in cui gli enti non hanno la forma della necessità, e secondo l’episteme
può essere eterno solo l’ente che ha la forma della necessità.
7.] secondo la critica epistemica del neoparmenidismo, il
concetto dell’eternità di ogni ente è concetto che agisce sullo stesso piano
del concetto nichilistico del divenire:
a.] il fondamento di queste idee è il male, la cui essenza è
la sostituzione totemica ed edipica [nell'interpretazione epistemica del freudismo] dell’uomo a dio.
b.] il divenire sostituisce l’uomo a dio come trasformazione
[impossibile] dell’uomo in dio, e più correttamente [sempre impossibile] trasformazione
dell’uomo nell’anima beata tramite la tecnica [transumanismo], dove dio è il
grande fratello [il dio creato dall’uomo].
c.] il concetto di eternità di ogni ente [del creato] rende
superflua questa trasformazione [che è l’essenza della
spinta nichilistica
della tecnica]: l’uomo non deve “divenire” anima
beata, perché è “già” eterno,
è “già” anima beata, è “già” dio, al posto di dio, sostituito a
dio. anche se severino non crede nel
divenire, con il concetto di eternità opera questa sostituzione
[totemica], perché
il creato è reso necessario e eterno, “al posto”
della realtà eterna e necessaria
di dio, con l’uomo collocato, in essa, al posto di dio.