osservazioni sul gioco dei bambini sulla spiaggia in riva al mare/con
esegesi
del passo biblico mt 21,33
1.] nel passo biblico mt 21, 33 si legge: “… c’era un padrone che piantò una vigna e
la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, …”.
2.] i bambini sulla spiaggia in riva al mare operano allo
stesso modo per istinto: con i secchielli essi sempre scavano una buca e
costruiscono torri, castelli di sabbia e piramidi [come gli antichi egizi].
3.] in un precedente paragrafo è già stata data una
spiegazione di questo fenomeno: l’uomo costruisce, come dio, per istinto, il
paradiso [la torre] e l’inferno [la buca], che sono strutture della tecnica.
così fanno i bambini in riva al mare. ciò è spiegato in base al principio epistemico
a carattere sociologico secondo cui, poiché il paradiso è il luogo naturale
dell’anima, l’uomo è portato per istinto a costruire il paradiso intorno a sé,
e poiché il paradiso è la tecnica, la direzione della storia è la costruzione
della civiltà della tecnica [ma l’uomo è stato creato esternamente al paradiso,
per cui l’uomo non lo deve ricreare attorno a sé, se non tenendo conto della
dimensione terrena, e quindi del rispetto della sua collocazione nella natura/la
natura terrena].
4.] nel regno dei cieli non creato paradiso e inferno [parti
della realtà necessaria] non esistono per l’uomo, ma per dio. il paradiso è la
torre della tecnica [lo torre/tower del computer], l’inferno è la struttura
tecnica per l’incarnazione del corpo di dio. l’anima si incarna in paradiso.
5.] a immagine della realtà necessaria, dio poi crea la
creazione, costituita di paradiso e inferno creati. l’inferno creato non è
costruito per i dannati, ma per diretta corrispondenza all’inferno non creato.
esso accoglie i dannati perché questi hanno le loro due nature – divina e umana
– capovolte rispetto al paradiso e all’inferno creati.