DIMOSTRAZIONE_143: ARTISTICA,
BERTONIANA, S_3
la bellezza dell’arte è intuisticamente e
fenomenologicamente prova dell’esistenza del soprannaturale, da essa imitato come
trasfigurazione estetica della realtà apparente e quindi, in modo collegato, imitazione
di dio, soggetto al quale l’arte avvicina l’uomo. severino stesso ha dimostrato
che, se esiste dio, l’uomo non può creare: ma poiché l’arte esiste, allora
[secondo la tesi di severino] dio esiste. secondo nietzsche, si dice che l’arte
rende l’uomo artefice e creatore, pur non potendo essere l’uomo, nella
dimensione terrena, creatore in senso ontologico. l’episteme non è forma di
arte e di fantasia, ma dà una rappresentazione scientifica della realtà soprannaturale
[per cui vale il giudizio di platone sull’arte: l’episteme non imita
artisticamente il mondo_divino, ma lo riflette e lo riproduce in modo
scientifico/differenza tra la divina commedia e l’episteme]. purtuttavia,
l’arte [e la cultura, che è la forma mimetica e destrutturata della verità] è
positiva, perché crea lo sfondo di tale riproduzione epistemica, oltre che
imitare lo sfondo della creazione divina. anche nella forma della scultura,
della letteratura, dell’architettura e della pittura, l’uomo tramite l’arte
imita il creatore. infatti, l’uomo non è mai creatore nella dimensione terrena:
dio, ad esempio [ed è questo rilevante] ha creato la nona sinfonia di bruckner,
che dunque bruckner non poteva legittimamente dedicare a dio: egli lo ha solo imitato.
mozart e beethoven sono imitatori di dio, come i direttori di orchestra lo sono di essi. ma tramite l’arte l’uomo [paradossalmente] imita il creatore
nell’atto stesso di generare [non creare] l’opera d’arte [è problema se anche
in paradiso, dove l’uomo è ontologicamente creatore, esista l’arte]: tramite
l’arte, cioè, in ogni caso, tramite questa assimilazione dell’uomo_terreno a
dio, egli, anche se non creatore, in conseguenza del suo impegno diviene
super_uomo, perché, pur creando solo dio, senza l’impegno e la fantasia dell’uomo
[apertura alla creazione fantastica di dio] l’opera d’arte di dio non potrebbe
apparire sulla terra: quindi, l’uomo è [forse ontologicamente] co_creatore
insieme al Creatore.
la dimostrazione è anche detta bertoniana, in quanto la
riflessione sull’arte come dimostrazione dell’esistenza di dio è stata ispirata
dal seguente scritto del Card. Bertone: “…
il bello è l’ambiente
naturale dell’uomo redento, è, per così dire, il nostro destino. Giova qui
ricordare l’importanza dell’educazione alla bellezza nella visione cristiana
della vita. Il cristianesimo attesta che la suprema aspirazione del cuore umano
sarà la visio beatifica del Paradiso. Ecco che allora dinanzi ad ogni bellezza
ci sentiamo come portati sul limitare tra visibile e invisibile, tra materia e
spirito, e l’immagine può risvegliare i sensi nostri a tutta la loro
potenzialità spirituale, confermandoci nel presentimento di essere fatti per il
Paradiso. L’arte stessa esiste come memoria e segno di questo sentimento. Essa
colpisce l’uomo con una sorta di nostalgia e di desiderio di perfezione. L’uomo
percepisce che nelle forme belle c’è qualcosa di più della semplice opera dalla
mano dell’autore materiale. Come se la bellezza delle immagini evocasse in
qualche modo quella del mondo eterno. Per i varchi
della preghiera e dell’arte, l’uomo può affacciarsi alla liturgia celeste e
questa può irradiare la sua benefica luce all’interno di questo nostro spazio e
di questo nostro tempo, alimentando la speranza. Sia concesso … che, attraverso
l’ammirazione di queste opere d’arte, siamo condotti all’incontro con il
Signore Gesù e possiamo vederne tutta la sfolgorante bellezza” [Card.
Bertone, “Apocalisse. L’ultima rivelazione”].