DIMOSTRAZIONE_158:
NORMALE_FONDAMENTALE_PRIMARIA, DEL RIFERIMENTO, ESPERIENZIALE, OTTAVA_PARADOSSALE,
MASSIMA_PARADOSSALE, PROBLEMATICA, SCISSIONALE_TERZA
questa
dimostrazione, che è una delle più importanti, ripete argomenti già dati, ma li
riformula con maggiore efficacia:
1.]
sia dato un campo_esistenziale_primario [realtà_necessaria: l’essere_è (=
principio) e il suo sviluppo/oggetto_necessario];
2.]
se, e solo se, esiste un soggetto o un pensiero, che rientra [che può essere
riferito] necessariamente all’interno di questo campo, dio esiste
[soggetto_necessario];
3.]
ma un pensiero rientra all’interno di questo campo: è quello che lo sta
pensando adesso, e che quindi vi è [parzialmente] anche
identificato [è il pensiero (umano e, si dirà, anche divino) che qui ha scritto
il punto 1.] e che, ri_leggendolo, lo intuisce];
4.]
quindi dio esiste [perché il pensiero può intuire questo campo, solo se in esso
è innestato un pensiero che lo pensa: dio];
5.]
il
pensiero [nell’uomo] può pensare la realtà_necessaria solo se esiste un
pensiero [dio], che sia innestato [ipostaticamente] nella realtà_necessaria.
questa
dimostrazione usa il pensiero dell’uomo, che pensa la necessità, poi separa [in
modo scissionale] dal pensiero dell’uomo [che, per il fatto di pensare la
necessità, è pensiero necessario], il pensiero di dio, solamente e interamente
necessario. la dimostrazione è paradossale:
1.]
quel pensiero, che riesce a concepire il campo_esistenziale [realtà_necessaria]
prima del creato e indipendentemente dal creato [facendo “epochè” del creato],
è il pensiero stesso dell’uomo, che riesce a mettere tra parentesi, con il
creato, anche se stesso, ma allora: …
2.]
questa dimostrazione si serve o non si serve del pensiero dell’uomo ? come può
l’uomo pensare se stesso inesistente ?
3.]
si dice che [e in ciò sta l’elemento scissionale della dimostrazione] l’uomo
può pensare la realtà_necessaria come indipendente dal creato, perché per il
suo pensiero usa il pensiero di dio, come mediatore tra l’uomo e la necessità
[e questa sarebbe anche un’altra dimostrazione, ma non lo è perché l’uomo può
pensarsi inesistente (triangolando su dio) solo (funzionalmente) all’interno di
questa dimostrazione].
la
dimostrazione è quindi problematica, perché:
1.]
è sia a posteriori [cioè presuppone il creato], usando il pensiero dell’uomo
[creatura];
2.]
sia a priori [cioè è indipendente dal creato e dall’uomo], perché è in realtà
il pensiero di dio che si attiva nel pensiero dell’uomo, consentendogli di
pensare la realtà_necessaria, anche precedente il creato o indipendente dal
creato.
la
dimostrazione è esperienziale, perché individua l’esistenza del pensiero [e
quindi di un soggetto] dentro il campo_esistenziale della realtà_necessaria
tramite l’esperienza del pensiero dell’uomo, che intuisce di rientrare [come
pensiero di dio] dentro questo campo, da esso pensato, e lo intuisce per
esperienza di pensiero e non per dimostrazione ipostatizzante, ovvero di tipo
dialettico e logico_matematico [la dimostrazione ipostatizzante è l’unico modo
in cui la protologia può costituirsi come metafisica_scientifica in senso puro:
lo si è fatto solo quando si sono definiti lo sviluppo e il soggetto come
identità, correlandoli, come ad esempio nella dim_3].
nota a completamento della dimostrazione dim_158
con la presente dimostrazione è stata forse formulata un’autentica dimostrazione epistemica
dell’esistenza di dio: l’uomo può pensare la realtà_necessaria [cioè intuire il
principio parmenideo: l’essere_è_e_non_può_non_essere], solo perché esiste in
essa un pensiero_necessario [dio], che la pensa, e che è mediatore tra l’uomo e
la realtà_necessità.
così è risolto anche uno degli
aspetti problematici implicati da come, precedentemente a questa dimostrazione,
la ricerca_epistemica giungeva a dimostrare l’esistenza di dio tramite l’uomo:
l’uomo, si dice, intuisce la necessità e quindi è essere_necessario, per cui
esiste il pensiero necessario, e poi si deve cercare di dire che esiste anche
il pensiero totalmente necessario [dio]. il problema era implicato dal fatto
che l’uomo, definito essere_necessario, è però creato liberamente da dio [la
creazione è libera]. in base alla dimostrazione dim_158 non è più essenziale
dire che l’uomo è necessario, perché necessario è il pensiero di dio, pensiero
che è dio, di cui l’uomo si serve per pensare la necessità.
rimane però confermato che, in
qualche modo, anche l’uomo è essere_necessario, perché, pur servendosi di dio
per pensare la necessità, l’uomo purtuttavia pensa la necessità, e non potrebbe
pensarla se [fatta salva la libertà della creazione] l’uomo non fosse anche, in
qualche modo, essere_necessario. lo è perchè ad esempio si dice che l’uomo è
un’eterna idea della mente di dio, e quindi necessaria [che poi dio trae
liberamente dall’essere nella creazione].
dio è quindi per l’uomo condizione
di conoscibilità/intuibilità della realtà_necessità. viene in mente la
dimostrazione ruiniana [dim_16], per la quale il logos_creatore è per l’uomo condizione
della conoscibilità dell’universo, con la differenza che nella dim_158 dio è
mediatore tra l’uomo e la realtà_necessaria.