DIMOSTRAZIONE_168:
DELLA FELICITA’, DEL DESIDERIO_TERZA, DELLA GIOIA, DELLA GLORIA
l’uomo non ha paura solo della morte, ma ha paura anche dell’eternità
[“che cosa farò in paradiso per tutto questo tempo ? come trascorrerò in
paradiso i giorni, gli anni, i secoli e i millenni ?”]. paura dell’eternità
e dell’incontro con dio. forse può aiutare a superare questo timore la
considerazione del fatto che l’eternità è una dimensione non straordinaria, ma
naturale, normale, e soprattutto [dal punto di vista relazionale] la più umana.
come una coppia di giovani, maschio e femmina, si incontrano e si amano, e
vogliono conservare per l’eternità la loro giovinezza e la loro gioia e
felicità [affettiva e sessuale], così per le anime_beate e per l’incontro con
dio. da questo punto di vista emerge con forza una nuova dimensione
dimostrativa, che dà pienezza di senso e di validità a numerose dimostrazioni
precedenti [quelle fondate sul senso e sul desiderio]. il desiderio è una
dimensione dimostrativa, nel senso che, più della vita, più dell’esperienza
diretta, più della sperimentazione di “ciò che esiste perché appare”, l’uomo è
portato a vivere una nuova realtà, una nuova esperienza che lo assorbe
totalmente, e che anticipa l’esperienza futura [l’eternità dopo la morte]: essa
è il desiderio di questa, è il desiderio, che si sostituisce all’esperienza
della vita, come nuova dimensione vitale: ciò che è desiderato esiste, perché è
ciò che è desiderato l’unica vera realtà, che merita essere esperita, e che
quindi soltanto può essere ritenuta la più vera e perciò esistente: “io non
vivo solo nella realtà presente, ma vivo anche e soprattutto nel desiderio
della realtà futura”:
1.] l’essere mortale esiste ma è a_normale;
2.] anche l’essere eterno e immortale esiste, perché è il
normale e naturale [e non deve fare paura, perché è la dimensione più semplice
e umana].