DIMOSTRAZIONI_185:
DELLA CONNESSIONE
sul piano/sulla linea dell’essere_necessario appare l’uomo,
proveniente dal nulla [rispetto al neo_parmenidimso, per il quale l’uomo è
eterno perché tutto è eterno, si è detto che l’uomo non ha la forma di un ente
eterno], il quale uomo pensa la pensabilità di dio come concetto di un soggetto
che è reale [pensato per essere un ente realmente esistente], razionale,
necessario, eterno e esistente. dimostrare l’esistenza di dio significa
riuscire a collegare a tale concetto proprio l’ultimo aggettivo, cioè l’esistenza.
ma, ci si chiede, in chi è pensabile un tale concetto di dio ? nell’uomo, il
quale emerge come pensiero e soggetto sul piano dell’essere_necessario. quest’uomo
sta cercando di pensare l’esistenza di un altro soggetto, che, eterno, lo ha
creato e lo ha posto su tale piano. due precedenti dimostrazioni hanno detto
che dio esiste come unica possibile causa dell’uomo rispetto a tale piano, e
come pensiero mediatore e condizione per l’intuibilità, da parte dell’uomo,
dell’essere_necessario. ora si aggiunge che dio esiste, per questa ulteriore ragione:
l’uomo è un soggetto proveniente dal nulla che è innestato/connesso al piano
dell’essere_necessario, e poiché lo intuisce, anche il pensiero dell’uomo è
connesso a tale piano: allora è necessario che pre_esistano, come pre_soggetto
rispetto all’uomo, le condizioni di innesto/connessione dell’uomo a tale piano
dell’essere_necessario, e quindi esse sono eterne e anche vivono e pensano per
se stesse, e per questo sono dio. nella dim_179 si è detto che “esiste quindi
una correlazione necessaria tra la necessità e l’uomo, perché l’uomo può
esistere e sussistere solo in quanto “tollerato” dalla necessità”: tale
pre_soggetto, che è dio, è la condizione che consente tale “tolleranza” di un
essere/soggetto contingente, che è l’uomo, rispetto alle strutture dell’essere_necessario,
che lo accolgono e che si fanno pensare da esso.