DIMOSTRAZIONE_188: ANSELMIANA_CLASSICA
si riprende qui l’argomento ontologico di sant’anselmo: “dio è ciò di cui non si può pensare nulla
di maggiore. allora dio esiste, perché, se dio non esistesse, si potrebbe
pensarlo maggiore, cioè esistente”. tenuto conto delle critiche che le sono
state mosse, la dimostrazione anselmiana dovrebbe dire, in realtà, così: se dio
esiste, dio è ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore, dove ora il
pensiero non presuppone l’essistenza di dio, ma la incorpora come condizione
per la definizione del concetto di dio. in realtà, però, si ammette che, quando
il pensiero dell’uomo pensa dio e definisce il concetto di dio, sta riportando
una idea della mente. si distinugono ora due tipi di idee:
1.] gli eventi della realtà;
2.] le strutture della realtà.
solo gli eventi, e i loro elementi [tra cui i soggetti, come
dio], possono essere pensati in modo fantasioso. inoltre, se anche una
struttura della realtà [come dio] può essere pensata in modo fantasioso [come
il sistema aristotelico-tolemaico o il politeismo greco], non pare sia
possibile pensare in modo fantasioso una struttura semplice. ad esempio: dio e
l’iperuranio sono strutture semplici, ma dio è ancora più semplice, essendo
semplicemente un soggetto [persona]. nell’argomento ontologico la definizione
di dio include l’esistenza di dio, perché questa struttura della realtà [dio] è
teorizzata vera come pensata effettivamente. è per questo che non tutti i
filosofi hanno rifiutato l’argomento ontologico. essi percepiscono che la
propria intuizione di dio non è relativa a un nome, a cui dare un significato o
una realtà, ma è intuizione di una idea, cioè è pensiero del pensiero, pensiero
che si sa, che si conosce come corrispondente all’effettiva [struttura della] realtà.
ci si collega qui alla dimostrazione dim_187: non pare verosimile [e il dubbio
è tolto da una opportuna gnoseologia, come la gnoseologia_epistemica, per la
quale il pensiero riproduce l’essere, costruita come derivata dalla
metafisica_epistemica, per la quale l’essere si riproduce nel pensiero], che il
pensiero possa inventarsi fantasiosamente, come nelle favole [che sono eventi],
anche strutture della realtà, senza che esse non siano [in linea di massima] realmente
nella realtà. perciò l’argomento ontologico può risultare valido, tenuto conto
che dio è concetto che incorpora la propria esistenza, perché non è concetto
come nome, ma è concetto come idea, pensata perché questa stessa idea, come
realtà, impone se stessa al pensiero umano, e si fa da esso pensare come
corrispondente alla sua realtà, esterna al pensiero dell’uomo. se non fosse
così, non si spiegherebbe perché l’argomento ontologico appare alla mente umana
come realmente paradossale, capace cioè di suscitare nel pensiero l’intuizione
della sua potenziale validità argomentativa.