DIMOSTRAZIONE_25 [PRIMA_ANSELMIANA, ANSELMIANA_MAGGIORE,
perchè strettamente anselmiana,
cioè relativa al ragionamento tipico
dell'argomento ontologico]
Essa recita: “Dio esiste perché il suo concetto è necessario e quindi necessitante
la propria esistenza: poiché Dio è essere_necessario, Dio esiste”.
Si constata innanzitutto che
l’argomento anselmiano è palesemente inconsistente.
argomento anselmiano [tratto da Abbagnano e Fornero]
il
concetto di Dio è il concetto di un essere di cui non si può pensare nulla di
maggiore. Ma ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore non può esistere
nel solo nell’intelletto. Se fosse nel solo intelletto, si potrebbe
pensare che esistesse anche in realtà e cioè che fosse maggiore; ma in
tal caso ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore sarebbe anche ciò di
cui si può pensare qualcosa di maggiore. E’ impossibile dunque che ciò di cui
non si può pensare nulla di maggiore esista nel solo intelletto e non nella
realtà.
critica che apre alla presente
epistemizzazione
l’esposizione
è in errore: quando dice “se fosse [Dio] nel solo intelletto, si
potrebbe pensare che esistesse anche in realtà”, commette un errore,
perché, se è nel solo intelletto, proprio in quanto è nel solo intelletto, non
lo si può [Dio] pensare anche in realtà [cioè fuori dell’intelletto].
dimostrazione
Dio viene definito come il
contenuto del pensiero di ciò [= Dio], che non può essere pensato maggiore di
come è pensato. Se per “maggiore” si intende desiderato come esistente [ad
esempio: l’esistenza del dolore, che non è desiderato, è “minore” della sua non
esistenza: per essere “maggiore” della sua in_esistenza, l’esistenza di un ente
deve essere quella di un ente desiderato esistente], allora tale definizione presuppone
l’esistenza di Dio: solo in quanto Dio esiste realmente, il suo pensiero non
può essere superato. Diversamente la dimostrazione anselmiana è
contraddittoria: se Dio non esistesse,
sarebbe pensabile come
“maggiore”, cioè esistente [dice
Sant’Anselmo], ma ciò non è vero, perché non
può
essere pensato esistente nella realtà ciò che si è
appena detto non
esistente [posto come tale per essere superato nel pensiero].
Una sedia [o Dio] non esistente può
essere pensata esistente solo nella possibilità immaginativa e non nella
realtà, perché la si era definita non esistente/ma nella possibilità immaginativa
tale sedia [Dio] non è “maggiore” [desiderata come utile] della sua non
esistenza.
Quindi, l’argomento anselmiano è
inconsistente, perché non può superare ciò, che si è detto in_esistente proprio
per essere superato.
Si tratta ora di potenziarlo e
epistemizzarlo, cioè di trovare il modo di validare questa dimostrazione.
Dio è
ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore solo perché questa definizione
già include l’esistenza di Dio. E’ perché Dio esiste che non può essere pensato
maggiore. Ma questa analisi non è così semplice e manifesta la potenza
dell’intuizione definitoria anselmiana.
Infatti, non esiste modo di
definire il concetto di Dio se non come già esistente. Non si tratta si presupporre
erroneamente l’esistenza di Dio, ma di constatare che il concetto di Dio è
concepibile [e lo è] solo per un ente che non può non esistere, perché il
concetto di Dio è il concetto di un essere che non può che essere solo
necessario, e quindi necessariamente esistente. Da questo punto di vista, la
dimostrazione anselmiana si impernia su di un’intuizione_originaria: Dio esiste
perché non può non esistere: correlazione necessaria tra Dio e l’esistenza in
quanto il concetto di Dio, essendo necessario, è per l’esistenza e soltanto
per essa. Si era detto che l’argomento anselmiano è in difetto perché
presuppone l’esistenza di Dio: lo fa perché intuisce che il puro concetto di
Dio incorpora per definizione l’esistenza della sua realtà: non si può
definire Dio come una mera possibilità, perché l’auto_concetto di Dio non è per
la possibilità, ma per la necessità.
Dio è concepito solo come realmente
esistente in quanto concetto necessario, e la necessità non può non esistere. Si
potrebbe parlare di funzionalità di Dio all’esistenza: questo è il cuore della
definizione di Dio anselmiana [intuizione_pura intellettuale di Dio e della
necessità della sua esistenza]. Bisogna capire perché e come Dio è concepito
come essere_necessario.
Posta l’esistenza, questa è necessaria
[secondo Parmenide: “l’essere_è”].
Dio è il concetto di un essere necessario, e di un essere necessariamente
esistente. Se fosse il concetto di una mera possibilità, non si starebbe
pensando veramente a Dio. Non esiste il pensiero di una possibilità
dell’esistenza di Dio, esiste solo il pensiero della necessità di tale
esistenza, perché l’unico concetto coerente con la definizione di Dio, ovvero
correlato per necessità alla necessità esistenziale dell’esistenza parmenidea,
è il concetto di un Dio_che_esiste e non può non esistere per definizione.
Dio è il concetto di un essere
necessario e di un essere necessariamente esistente. Quindi Dio è e non può non
essere tale per cui …
1.] Dio [necessario] è per
l’esistenza [necessaria];
2.] l’esistenza [necessaria] è per
Dio [necessario].
L’episteme deve includere una
scienza della necessità, che definisca gli auto_concetti necessari [seguono
esempi]:
1.] l’uno forse non è necessario
[ma l’episteme sa dimostrare che è necessario];
2.] l’iperuranio forse non è
necessario [ma l’episteme sa dimostrare che è necessario];
3.] il paradiso forse non è
necessario [ma l’episteme sa dimostrare che è necessario];
4.] l’esistenza_pura è
necessariamente esistente;
5.] l’uomo intuisce che Dio è
necessario per essenza e per definizione, come l’esistenza_pura, e quindi,
posto che l’esistenza_pura è necessaria, anche il concetto di Dio è necessario e quindi Dio è esistente.
Si definisce come necessario tutto
ciò che provoca nell’uomo, essere_necessario [perché intuisce la necessità],
desiderio [ad esempio: il desiderio di Dio] e pulsione. Un tavolo non sarebbe
necessario, ma esiste il desiderio della sua funzione [e si è detto che
l’essenza ipostatica del tavolo è la tecnica]. La televisone è necessaria
[provoca una pulsione/la televisione non è stata “inventata”, è stata
proiettata/innatismo_mentale e innatismo_tecnologico, di cui il primo ha gli
schemi]. Poiché l’uomo ha bisogono di Dio, Dio è una funzione_necessaria
dell’uomo_essere_necessario: per il fatto di essere desiderato, Dio è un
concetto_necessario.