DIMOSTRAZIONE_27 [TERZA_ANSELMIANA, RAZIONALE: associata alla dim_3]
1.] la realtà dell’esistenza è
perfetta, perché deriva dalla necessità;
2.] il pensiero_umano [nel quale
le dimostrazioni sono pensate] …/il pensiero_umano della necessità
dell’esistenza dimostra la necessità dell’esistenza del pensiero [dim_1] [si
rileva che questa considerazione rafforza la dim_1] e di un pensiero necessario
[dim_1] [poichè (in parte) pensare = essere, pensare la necessità = essere la
necessità = il pensiero che pensa la necessità è necessario];
nota
l’uomo è necessario. La creazione
è libera, e quindi l’uomo può essere condannato: l’esistenza è necessaria, la
salvezza è eventuale [eticamente subordinata/la correlazione tra salvezza ed
etica non è un arbitrio di Dio: Dio salva e condanna perché deve rimanere
invariante rispetto alla propria natura].
3.] la realtà perfetta [1.]]
pensata dal pensiero [2.]] deve quindi porre un pensiero perfetto [dim_1], e
quindi una vita perfetta: Dio, perché la vita_perfetta è la sede del
pensiero_perfetto.
nota
la dim_1 trae la dimostrazione
dell’esistenza di Dio dalla considerazione che deve esistere un pensiero che
sia perfetto per corrispondere alla sua funzione di pensare davvero [per
soddifare il principio_antropico/è evidente che tutte le dimostrazioni sono
vere se sono veri i loro presupposti, e questi sono tutto l’episteme, come si è
detto].
nella presente dim_27, invece, è
la realtà che pone perfetto il pensiero, perché la realtà è perfetta e quindi
perfetta è ogni sua componente/definita ipostasi, se metafisica [l’uomo è
ipostasi metafisica, ad esempio nell’anima/concetto a_religioso]. l’uomo, che
pensa la necessità, è una realtà metafisica, ma non è lui questo “Dio”, perché
l’uomo è anche imperfetto [dim_8].