DIMOSTRAZIONE_81: B_SECONDA
si rileva che cessa di esistere l’esistenza dell’apparire [cessa di
esistere l’apparire] di ciò che non appare più. Infatti il piacere e il dolore
non sono più sentiti, il loro ricordo li fa rivivere, ma in forma minore,
attenuata, diversa. Il sentire, la sensazione, la sensitività e la sensibilità
non continuano a esistere in modo continuo [e tale è normalmente la vita: anche
in paradiso, l’estasi non è continuità, ma è divenire sempre identico].
Tuttavia, proprio in quanto ricordato come esperienza, il delta_sentire [la
variazione del divenire sensibile] continua a esistere e ad apparire: non come
piacere e dolore in sé, senza il soggetto, ma come esistenza e quindi apparire
dell’essente, il contatto soggettivo con il quale consente il ricordo
[anch’esso sensazione].
In due precedenti dimostrazioni, tale apparire
dell’essente/memoria oggettiva e la sua esistenza è tale per cui:
1.] esso continua ad apparire a Dio [apparire inconscio
per l’uomo, che appare a un conscio = Dio] [l’essere è e non può non essere]
[dim_5];
2.] esso continua ad apparire in Dio [apparire conscio,
che rende continuo l’apparire umano, ora inconscio per l’uomo] [non che il
dolore è eterno in Dio, appare il Lui il dolore come essente oggettivo, senza
sua percezione soggettiva, come dire il fuoco senza la mano che si scotta] [l’essere
è e non può non essere] [dim_64].
ora, si dice che questo apparire deve continuamente essere
creato, affinchè anche la sua esistenza, ricordata dall’uomo, sempre esista in
modo continuo. Dio esiste perché esista tale creazione continua [occasionalismo
creatore], perché l’essere è e non può non essere.
si potrebbe obiettare [come critica a tale dimostrazione e
alla dim_76], che l’essere deve sempre esistere da solo, in quanto essere
[e quindi perché eterno], e non perché continuamente creato. questo è vero, ma
si rileva che il Creato è ancora esterno al paradiso, non è ancora impiantato
nella fonte, e quindi tra esso e il principio è posta la mediazione di Dio,
creatrice.