NONA DIMOSTRAZIONE
La nona dimostrazione è simile alla sesta e alla decima. L’uomo
sta nella realtà. Quindi la realtà ha le forme dell’uomo. Ma la
realtà è infinita, quindi queste forme sono infinite, e allora deve
esistere l’Uomo, cioè Dio. Questa dimostrazione è del tutto simile
alla sesta. La differenza consiste in due ragioni:
1.] questa dimostrazione, nata come seconda versione della seconda
dimostrazione (in cui le idee della mente, umana e divina,
corrispondono alle forme della realtà), ha preceduto la sesta;
2.] il fatto che la realtà abbia le forme dell’uomo non deriva dal
processo di identificazione pensiero-essere e dal procedimento di
trasferimento dell’uomo nell’essere (sesta dimostrazione), ma
dalla considerazione più diretta secondo cui l’uomo è, in parte,
l’essere stesso.
Mentre nella sesta dimostrazione, l’essere è un uomo, perché
l’uomo è l’essere in quanto pensa l’essere, nella nona dimostrazione
l’uomo è semplicemente l’essere stesso.
La sesta dimostrazione
ha complessificato e sostituito la nona dimostrazione, che rimane
solo per spiegare il concetto di trasformazione esistenziale, che
riprende l’analogia di San Tommaso d’Aquino. L’uomo è immagine di
Dio, quindi Dio è immagine dell’uomo. L’uomo è, piuttosto, immagine
dell’Uomo-Donna-Gesù. Cristo è Uomo-Donna, e deriva le sue forme da
Dio. Quindi, se l’Uomo carnale è sessuato, anche Dio spirituale è
sessuato. Esiste, tuttavia, un livello di Dio, in cui Dio non è
sessuato. Questo è il primo livello spirituale di Dio. Attraverso la
conoscenza dell’uomo e della donna, è possibile conoscere
perfettamente Dio, tranne forse il primo livello, perché all’uomo la
propria anima, anche asessuata, non appare. Essa tuttavia gli
appartiene. Forse l’uomo può quindi intuire Dio anche nel primo
livello spirituale, nella mistica e nell’ascetica.