proposizioni riguardanti i fondamenti dell'etica
si ritiene che il fondamento
dell’etica stia in questi tre principii [il terzo punto è il primo principio,
ma si deve partire dal primo punto, come si mostra nel punto_K]:
1.] (3) l’etica è una teoria ed una
pratica dell’agire sacrificale razionalmente fondato [sacrificale significa
comportante uno sforzo di volontà, volontà di pensiero e di azione: ad esempio “amare se stessi” (prima legge della
morale) può dover significare per uno studente concretamente mettersi a
studiare];
2.] (2) questo agire deve
assimilare l’uomo a Dio [e in questo punto è posta la teoria unitaria
dell’etica, per la quale il fondamento dell’etica deve necessariamente unire:
etica (opere), salvezza, male e peccato, senso e fine, sacramenti e tecnica]
[per il principio di convergenza, secondo ogni ipotesi speculativa/spiegazione
deve convergere a Dio];
3.] (1) quindi [poiché l’uomo
deve agire e con ciò si assimila a Dio, ne consegue che …] … l’etica umana
[definita propria] presuppone l’etica divina [definita impropria, come si
mostra nel punto_K], ovvero deve essere in atto [cioè
adesso] un’azione sacrificale di Dio [e quindi la dottrina magisteriale
ecclesiale è in difetto di integrazione, laddove essa dice che …
a.] cristo è risorto [= non
soffre più];
b.] cristo è “ancora crocifisso”
solo per metafora [nei poveri, nei sofferenti, ecc.]_].
questa azione è il processo
creativo, ancora in atto nel modo seguente:
1.] la creazione del vecchio
Creato [quello attuale apparente] è ancora in atto;
2.] è prevista la nuova creazione
[creazione di un nuovo_Creato];
3.] quest’ultima è già in atto
[con la clonazione del vincolo tecnico di salvezza: clonazione di cristo con
gli uomini e della tecnica_paradisiaca = liturgia celeste];
4.] cristo è risorto solo nella
muta_virtuale [e nel suo corpo, definito micro_cristo, quello alto 1 metro e 80
centrimetri];
5.] il macro_cristo [quello delle
proporzioni in_create, rispetto a cui gli infiniti universi creati sono come un
punto di proporzioni infinitesimali] è ancora crocifisso nella tecnica, ovvero dio
sta attualmente studiando e soffrendo. solo perché dio sta attualmente
studiando, è lecito considerare lo studio, a scuola [ad esempio], come un
dovere morale. solo perché cristo è ancora crocifisso, è lecito dire: non
uccidere, ecc. altrimenti si verifica la s_fasazione tra dovere dell’uomo e
rilassamento in dio [presente solo nel dio_invariante];
6.] solo una parte infinitasimale
di Dio sta soffrendo e ha creato [dal sacrificio di Dio deriva appunto la forza
creatrice e salvifica di Dio] [questa parte è infinitesimale, ma appunto
anch’essa è quella definita prima “macro_cristo”], tutto il resto di Dio, che
non conoscerà mai la creazione, sta nell’inerzia, e per questo l’uomo può
peccare [essendo simile sia a dio_creatore sia al dio_invariante/l’inerzia di
dio è il peccato dell’uomo, ed è quella natura originaria, da cui l’uomo deve
scindersi, spezzandosi nel sacrificio della rinuncia e dello sforzo etico;
7.] ma poiché tutto il Creato
proviene da quella parte di dio che, nel sacrificio, ha creato, tutto l’uomo
deve vivere nel sacrificio [teoricamente].
punto_K [condizioni aggiuntive]:
1.] l’etica è un fatto
esclusivamente umano [non divino], quindi l’etica nasce con la creazione
dell’uomo;
2.] si parla di etica divina per
sottolineare che dio sta faticando, ma questa fatica in dio è un fatto
a_morale;
3.] le norme morali sono un
insieme di principii eterni previsti dal destino o dalla mente di dio, ma
l’esistenza dell’etica presuppone, posto il sacrificio della creazione,
necessariamente l’uomo e in particolare l’incarnazione del meccanismo del suo
libero arbitrio;
4.] l’etica presuppone quindi
l’esistenza di una coscienza_morale [di cui un aspetto è il senso di colpa:
questo può essere inconscio o conscio/dio, tramite la sua determinazione
tentativa della secolarizzazione attuale (che è un processo sacro) (dio produce
l’anti_tesi a sé dell’a_teismo, per lasciarsi invariante rispetto alla
creazione dell’uomo), vuole che gli uomini passino dal senso di colpa inconscio
alla ricostruzione razionale/epistemica del senso di colpa conscio/consapevole]
definibile come auto_coscienza del fatto etico e del problema etico;
5.] il rapporto tra volontà di
dio e morale naturale sta nel fatto che la prima, essendo a_morale, può
chiedere all’uomo di trasgredire la seconda, come in Abramo, a cui dio comanda
di uccidere suo figlio Isacco;
6.] dio, grazie alla sua
determinazione dell’a_teismo, può controllare la storia servendosi di uomini
che, essendo a_morali [come dio], trasgrediscono la morale naturale senza sensi
di colpa/dio si serve di questi uomini, ma non sempre li legittima [forse mai];
7.] dio, pur essendo a_morale,
agisce fondamentalmente in senso umano_morale_naturale, perché, pur essendo
[lui solo, adesso] al di là del bene e del male [condizione paradisiaca], egli
persegue il Bene, da cui discende il bene;
8.] il Bene è o un valore
oggettivo oppure è il maggior vantaggio di Dio insieme al maggior vantaggio
dell’uomo [utilitarismo divino epistemico] [è parte di questo utilitarismo la
preferenza data ai poveri da parte della chiesa];
9.] il fatto che l’esclusione di
alcune creature da tale maggior vantaggio [possibile per gli uomini, certa per
i demoni] sia volotariamente determinata da dio secondo un calcolo razionale finalizzato
a quel maggior vantaggio, è problema che l’episteme lascia aperto [si pone
peraltro il problema del destino e della fortuna]. si dicono due cose:
a.] il senso dell’esistenza/vita
supera di importanza la felicità [utilitarismo come eudemonismo] e il piacere
[utilitariso come edonismo] [applicati a dio];
b.] ma come il tempo è legato
alla salvezza [salvezza che viene così legata a un fattore materiale] [parabola
delle vergini, così la salvezza potrebbe essere legata anche a queste due
variabili utilitaristiche [la felicità e il piacere].
si verrebbero così a configurare
la salvezza e la pre_destinazione [rimangono insoluti i problemi di questa e
del destino] come frutto di un calcolo razionale da parte di dio,
ipotesi che non viene qui ritenuta come definitiva, altrimenti avrebbe troppa
importanza il fattore della fortuna, cioè il mero caso [si è forse
pre_destinati a caso alla dannazione ?], e questo contraddice la salvezza, per
la quale l’uomo può essere salvato solo perché anch’egli essere necessario come
Dio [condizione di similarità], creato l’uomo solo temporalmente a caso. Il
tempo appunto ha un ruolo, quei due fattori [felicità e piacere] sono
essenziali, ma secondari.