ulteriori determinazioni su
evoluzionismo e creazionismo [e sul nichilismo]
è
del tutto evidente quanto segue:
1.]
l’uomo differisce da Dio morfologicamente, per cui le evoluzioni che conducono
a Dio e all’uomo sono differenti;
2.]
ma esiste standard_normalmente un’unica evoluzione spontanea [= necessaria];
3.]
quindi, per Dio vale l’evoluzionismo e per l’uomo vale il creazionismo, intesa come
dottrina non di una evoluzione “pilotata”, ma “truccata”, secondo la teoria dei
semi di S. Agostino.
l’episteme
precisa che l’evoluzione non ha dentro di sé il caso: il caso è solo un escamotage
che, poiché l’evoluzione è posta tra l’atto creativo e l’uomo, serve a rendere
l’uomo completamente indipendente da Dio: prodotto dal caso, l’uomo è quello
che è non per volontà di Dio, e quindi è totalmente libero da Dio: il caso come
ipotesi scientifica è una teoria puramente mitica.
nota sul nichilismo
poiché
l’uomo, creato dal nulla, proviene dal caos e dal caso [del clinamen creativo],
il caos e il caso riempiono i pensieri dell’uomo. quindi il nichilismo inteso
come relativismo è dato dall’azione del caos sul pensiero, che produce una
molteplicità di forme caotiche [tipico esempio è la cultura: il sapere è la
forma unica del pensiero, la culturo è la forma molteplice, di cui il sapere è
la matrice invariante]. come il caos è un insieme di nessi casuali [il
soggetto_espositore se lo rappresenta come le esplosioni nucleari sulla
superficie del sole: tante bollicine scoppiettanti, o come una sfera di magma
incandescente], così il nichilismo è pensiero debole, cioè insieme di nessi
casuali del pensiero, che ora pensa in un modo e poi in un altro. La forma forte
del pensiero epistemico pensa in un unico modo, e ci si chiede [ci si è chiesti
più di 15 anni fa: 17 precisamente] a quali condizioni il pensiero forte possa
incidere sulla realtà storica e sociale, senza farsi superare dalla violenza, e
incidendovi senza violenza: “può la
verità cambiare il mondo ?”. il soggetto_espositore ha fede che una
risposta sia forse possibile.