caratteri del platonismo e suo confronto con l’episteme
caratteri del
platonismo
in base alla conoscenza del
platonismo che si è finora acquisita, si può dire quanto segue:
1.] platone è totalmente libero
dalla religione greca tradizionale, e non fa riferimento ad alcuna rivelazione
divina. può conoscere solo per ragione;
2.] platone conosce, grazie alla
religione greca tradizionale, il concetto di divinità;
3.] platone viene iniziato allo
studio della filosofia e apprende dai filosofi, che lo hanno preceduto, i
concetti di essere, di principio e di elemento;
4.] in base a questo sostrato
culturale “educativo”, platone costruisce una visione della realtà di tipo
parmenideo [la verità appartiene all’al di là e l’errore appartiene all’al di
qua] e religioso [gli uomini, che hanno operato il bene, andranno, come anime,
nell’al di là, a contemplare la verità, gli uomini, che hanno operato il male,
saranno puniti nell’al di là, secondo giustizia (sistema di premi e castighi)];
5.] si tratta ora di riempire
l’“al di là”, che [in una visione platonica di tipo non cristiano_rivelativo]
può essere definito come il luogo in cui andranno le anime dopo la morte;
6.] platone presenta una
personalità ed una struttura edipica articolata e complessa: si può
inizialmente parlare in lui di una forma di “ateismo speculativo a sfondo
religioso”, mitigato ma non tolto, successivamente, dall’introduzione della
fiugra del dio_demiurgo:
a.] abbandonata la religione
greca tradizionale e il suo antropomorfismo [che è importante in quanto
religione di un dio_personale, come zeus] [si è letto che per platone non
esisterebbe l’idea dell’uomo, la quale lo avrebbe portato a concepire l’Uomo_Dio
(la seconda natura di cristo) in un modo che, anticipando l’episteme, neppure
la teologia cristiana tradizionale ha posto, e cioè la concezione di un uomo_eterno,
mentre per la teologia cristiana tradizionale gesù è verbo, che “si è fatto
carne”, cioè “uomo” in seguito all’incarnazione storica], platone non concepisce
l’esistenza di un dio_personale, ma concepisce l’esistenza della “divinità”,
intesa come il “Bene”;
b.] l’uomo, per platone, deve
rivolgersi al Bene e contemplare il Bene, che poi sarà l’Uno_numero, e le idee,
non contemplare un dio_personale: platone non pensa che dopo la morte si abbia
un “incontro” tra l’uomo e un dio_persona, e la visione beatifica da parte
dell’uomo del volto di questo dio;
c.] nel timeo, platone concepisce
il Demiurgo [il divino artefice, che è intelligenza e volontà, e quindi dio_personale],
solo per spiegare l’origine del mondo, cioè del cosmo apparente [che sarà detto
creato e creazione dalla teologia cristiana tradizionale]: non c’è in platone
un interesse a concentrare la mente dell’uomo [anche in senso religioso] nel
demiurgo, come al posto dell’uno_bene; in platone dio non è ciò da cui deriva
la salvezza, e non è l’oggetto primo della contemplazione, dell’adorazione e
del culto [religioso] dell’uomo;
d.] quindi, abbandonata la
religione greca tradizionale, cioè zeus_dio_personale, non sembra di poter dire
che platone torni ad essa, sostituendo il demiurgo a zeus, nello stesso ruolo
che un dio_personale deve avere in una religione, ovvero quel ruolo che zeus e
dio rivestono, rispettivamente, nella religione greca e nel cristianesimo.
7.] per questo si è detto che la
struttura edipica di platone è complessa:
a.] egli crede nella “divinità”,
non in “dio”, e quindi è ateo: un ateismo religioso, in cui l’uomo persegue il
Bene, cioè un numero;
b.] “lateralmente” [in senso
psicoanalitico], platone concepisce dio come dio_personale, e formula una
teologia astrale, per cui compito dell’astronomia è quello di conoscere la
volontà di dio incarnata nel movimento degli astri [volontà di questo dio_demiurgo,
teorizzato nel timeo];
c.] ma …
c1.] come il demiurgo serve per
spiegare il mondo/cosmo;
c2.] così la teologia
astrale/astronomia serve per governare la vita politica degli uomini secondo la
volontà di dio: il fine della teorizzazione di dio, ancora, non è salvifico e
religioso, ma politico [cioè “laterale”].
d.] tutto ciò consente di dire
che platone non ha sostituito alla religione greca una nuova religione: platone
teorizza il demiurgo, ma non per rivolgere la propria “intimità” [eros e agape]
al demiurgo, come a un nuovo zeus, demiurgo teorizzato non per scopi religiosi,
ma “laterali” [dio come ipotesi cosmogonica e come fondamento dell’azione
politica].
8.] se platone avesse concentrato
i suoi interessi sul demiurgo, avrebbe fondato una nuova concezione religiosa
della realtà [ciò che lo spirito_santo ha evitato che accadesse in platone],
come poi ha fatto plotino. ma non lo ha fatto, e per questo l’episteme parla di
“ateismo platonico” [a platone manca il portato della rivelzione cristiana]:
platone rapporta l’uomo all’uno [cioè al Bene] e alla diade, cioè a divinità impersonali:
a.] di ateismo si tratta, perché
platone abbandona la religione greca, che era personale, e non vi ritorna [si
sta teorizzando un ateismo “edipico”, non un ateismo formale/dal punto di vista
formale, platone crede in "dio", cioè nella divinità dell’uno e nel demiurgo];
b.] è, però, un ateismo “inconscio”,
perché la concezione del dio_personale [correttamente
antropomorfica nella
religione greca e cristiana, in base al paradigma dell’imago_dei]
ritorna in
platone con la concezione dell’unico dio del demiurgo
[monoteismo], su cui però
platone non si sofferma [come è dimostrato dal pensiero di
coloro che lo hanno
succeduto nell’accademia: nessuno si sofferma sul demiurgo, non
si crea una
nuova religione, rivolta al demiurgo, di tipo sacerdotale: la teologia
astrale non è posta da platone in sostituzione della religione greca
tradizionale].
confronto tra platonismo ed episteme
1.] grazie al dimensionamento del
cosmo_apparente [tutti gli infiniti universi e il creato sono posti
all’interno
di un’idea_iperuranica, processore dell’intelligenza
artificiale divina, quella
preposta al pensiero sintetico dell’Intero/nell'al di là
esiste il cosmo_eterno perfetto di aristotele, che è il cosmo
per dio, e il creato lo riproduce "in miniatura" infinitesimale],
l’episteme ha potuto rendere
rilevante il platonismo nel tempo attuale;
2.] di più: l’episteme è
integrale “ritorno a platone”, in quanto forma di “platonismo integrale”, in cui
il plotinismo “cristiano” è dato dall’ipostatizzazione trinitaria del
dio_demiurgo, interna ad esso;
3.] nel
“neo_platonismo_epistemico”, che è l’episteme, il dio_demiurgo è distinto
dall’uno e dalla diade: l’essere, l’uno e la diade [oltre che la triade]
determinano l’esistenza e la struttura trinitaria di dio, inteso come
a.] “funzione
esistenzale” dell’essere,
b.] termine finale dello sviluppo del principio,
c.] nucleo_trascedente
dell’essere_necessario; ...
... quindi non l’uno, la diade e il demiurgo come messi "a
fianco" tra loro, ma si formula la concezione
di una struttura rigorosa, in senso geometrico,
dell’essere_necessario, per cui
l’uno e la diade sono concentrici e incentrati su dio [per
platone il demiurgo sta "sotto" le idee: per l'episteme questa
concezione non significa porre un "limite" a dio, significa che le
realtà poste sopra dio sono tali in quanto evolutivamente
precedenti e determinanti dio (e la sua onnipotenza)];
4.] quindi, l’episteme, dopo aver
“ridotto” le dimensioni del creato, ha ingrandito le dimensioni di dio,
dell’uno e della diade, rendondo “attuale” il platonismo, inteso come dottrina
della distinzione tra dio e le altre realtà necessarie [uno, diade, idee]:
a.] l’episteme pone dio non
“lateralmente” a queste, ma centro di esse, intese queste realtà co_eterne a
dio come la causa [spiegazione razionale] dell’esistenza di dio;
b.] come la generazione del verbo
è processo, ed è processo che non avviene nel tempo, così l’episteme ha
formulato una teogonia_scientifica, in cui il dio_trinitario è originato dal principio
[archè], che è l’essere [in quanto essere] di parmenide, e questa originazione
di dio dal principio non avviene nel tempo, ma è l’eterna struttura assiale
dello sviluppo [auto_coerentizzazione] del principio;
c.] la struttura originaria,
interna al principio, causa emanativamente ed evolutivamente la struttura
originaria della realtà_necessaria, esterna al principio, la quale termina in
dio_trinità, centro dell’essere.
5.] l’episteme concentra il
pensiero su questo dio: esso è il dio_cattolico, cioè la trinità_familiare
verso cui dirigere la mente e il cuore dell’uomo, fondamento del suo
equilibrio, della sua felicità, del suo benessere [psichico ed erotico] e della
sua salvezza in senso escatologico e storico/l’episteme è una forma di
“platonismo_ecclesiale”, in cui l’“ingresso di dio nel mondo” [hegel] non è
dato solo dallo stato, ma è dato innanzitutto dalla chiesa;
6.] l’episteme condivide
totalmente l’interesse platonico verso la politica;
7.] da questo punto di vista, l’episteme ha formulato una
peculiare dottrina istituzionale dello stato [fondata sulla struttura psicologica, tecnologica,
sociologica ed economica del paradiso], che vede
sovrapposto al potere legislativo, esecutivo e giudiziario dello stato
l’accademia di platone:
a.] essa non è più solo il luogo
della costruzione universitaria del sapere;
b.] l’accademia costruisce
l’episteme;
c.] l’accademia è sovraordinata
al governo del mondo:
c1.] l’episteme fonda il diritto;
c2.] i politici lo eseguono,
secondo le direttive dell’accademia;
d.] come in platone, così anche nella concezione epistemica
dello stato si ha una "religione astrale", nel senso che lo stato,
introdotto dall'episteme, ha la sua religione specifica, con i suoi
culti e le sue liturgie. questa religione è meramente
"simbolica", essa è priva di efficacia salvifica ed ha solo
un'efficacia esorcistica. la religione dello stato non interferisce con
l'unica vera religione, quella della chiesa, ad efficacia sacramentale,
e la serve.