dottrina degli ordini di infinito
[esatta definizione della proporzione dimensionale tra Dio e la
creazione]
se l’universo è infinito [l'astrofisica contempla l’esistenza di infiniti universi],
e se Dio è infinito, l’universo
potrebbe essere inteso in qualche modo come “parallelo” a
Dio e
dimensionalmente a Lui “concorrente”. La ricerca-epistemica
ha
così inizialmente “potenziato”
l’infinità di Dio, distinguendola
dall’infinità
del Creato, in modo da porla come “superiore” a questa
[perchè se Dio non fosse "superiore" all'universo, non potrebbe
crearlo e controllarlo].
non si ritiene di poter definire qui
l’infinito se non nella forma di una sua rappresentazione “visivo-geometrica”
[e non solo per i limiti culturali del soggetto-espositore, ma per i suoi
limiti cognitivi], inoltre in discorso che segue fa riferimento al solo
infinto-attuale, che è la forma “compiuta” dell’infinito [l’infinito potenziale
sta ai “margini” dell’infinito-attuale, ed equivale alla potenzialità
infinitamente auto-esistenzializzante della realtà].
PRIMA PARTE DELL’ESPOSIZIONE: L’INFINITO-IMMANENTE
[primo-ordine-di-infinito, o infinito-di-primo-ordine o di primo-livello], sia
in-creato che creato: L’IMMANENZA COME INFINITA’-SEMPLICE [IMMANENZA-SEMPLICE,
O DI MATRICE, cioè meramente concettuale]
definizione in sintesi: infinito di infinito |
Si rappresenti una serie infinita
di punti posti sopra una retta:
- questa si prolunga in entrambe
le direzioni infinitamente, ma l’esistenza di ogni punto della retta è
simultanea a quella di ogni altro punto, e quindi la retta non già si prolunga
[mentalmente], bensì è “già” infinitamente prolungata [realmente] [infinito-attuale];
- l’occhio ora si porta “dentro”
la retta e perpendicolarmente ad essa: esso vede in entrambe le direzioni, e
vede la sezione della retta, cioè un punto: dietro-davanti e prima di questo
punto stanno gli infiniti altri punti posti sopra la retta, ed essi sono
infiniti e tutti esistenti simultaneamente;
- questo bi-punto [la sezione
della retta vista in entrambe le direzioni], se inteso come la proiezione in se
medesimo di tutti i punti perpendicolarmente su se stesso [e la retta è appunto perpendicolare a se
stessa in ogni su punto], è geometricamente equipotente all’ infinito-attuale,
cioè racchiude la proiezione di infiniti punti su se stesso;
- questo infinito-attuale,
concentrato in un punto, è definito come infinito-semplice o infinito-base: un
punto-infinito, che è la sezione-punto della retta-infinita, su cui si
concentrano le proiezioni dei suoi infiniti punti;
- ciò deve essere inteso anche
realmente, nel senso che quel punto è l’equivalente di tutta la retta [perché
“tutto è in tutto”, quindi tutta la retta sta in ogni sua parte];
- si consideri ora una retta
costituita da un’infinità di tali punti-infinito: se essa viene concentrata in
un punto, sua sezione e concentrazione delle proiezioni di tali punti-infinito
su se stesso, questo punto è definito come infinito-immanente, o infinito di primo-livello
o di primo-ordine [infinito di infinito, ma non ancora infinito ad “esponente”
infinito];
- questa rappresentazione
dell’infinito [punto-infinito e costruzione della retta con punti-infiniti]
agisce come se all’infinito venisse applicato un esponente di vario grado [uno,
due, …; ma non ancora l’infinito stesso].
SECONDA PARTE DELL’ESPOSIZIONE: L’INFINITO-TRASCENDENTE
[super-ordine-di-infinito, o propriamente “iper-infinito”], sia in-creato che
creato: LA TRASCENDENZA COME IPER-INFINITA’ [TRASCENDENZA-SEMPLICE, O DI MATRICE,
meramente concettuale]: esso “scala” ed è l’IMMANENZA-COMPLESSA o “PURA”
[infinito-immante-reale, vera immanenza]
definizione in sintesi: infinito di infinito con esponente l'infinito |
A questo punto è possibile
rappresentare quanto segue:
- è evidente che è possibile
costruire diversi ordini di infinito: una retta costituita da punti-infinito, a
loro volta, ciascuno, rette di punti-infinito, e questi a loro volta costituiti
da rette-infinito, e così via [K]… [infiniti di ordine primo, secondo, terzo,
ecc.];
- si consideri ora la definizione
di quanto sopra [K], … all’infinito, ovvero la definizione di un ordine di
infinito di tipo esso stesso “infinito” [cioè: di rette costituite da rette costituite
da rette costituite ecc., … e così via all’infinito], che determina un
punto-infinito di tipo iper-infinito, o trascendente;
- questa trascendenza è una forma
di immanenza-complessa: l’infinito con esponente l’infinito.
TERZA PARTE DELL’ESPOSIZIONE: L’INFINITO-TRASCENDENTE-TRASCENDENTE
[l’iper-iper-infinito], sia in-creato che creato: TRASCENDENZA-COMPLESSA, O PURA,
o iper-infinito-reale [la vera trascendenza esistente]
definizione in
sintesi: infinito di infinito con esponente l'infinito, tutto
ciò elevato all'infinito, e così via all'infinito ... |
si determina la
trascendenza-complessa, o “pura” [o vera trascendenza], quando [è un concetto
semplice, ma si fa fatica a spiegarlo]:
- il suddetto processo di
costruzione dell’iper-infinito assume l’iper-infinito come un punto, e il
processo di infinitizzazione [cioè di “utilizzo” dell’infinito ad “esponente” per
costruire l’infinito stesso] procede secondo “ogni ordine e grado”
esponenziale-possibile, ma “attualizzato”;
- tutto ciò è considerato appunto
in modo attuale;
- mentre l’immanenza-semplice
assume ad esponente dell’infinito diversi ordini, e la trascendenza-semplice [o,
scalando, immanenza-complessa] assume come esponente dell’infinito, l’infinito
stesso [iper-infinito], secondo diversi ordini esponenziali di infinito, l’iper-iper-infinito
[o iper-infinito-puro o “proprio”] assume ad esponente non già la serie
infinita di esponenti “infinito” applicati all’infinito-base [questi sono i
diversi ordini di trascendenza-semplice], bensì “ogni possibile” [e attuale]
ordine esponenziale.
la trascendenza-pura è
pari a ogni ordine possibile di infinità di infinità di infinità [e così via
all’infinito, ma non in modo lineare, bensì esponenziale, ed esponenziale all’
esponenziale, ecc.: non a “raggio aperto ripetente”, ma a “raggio scavalcante,
sovrapponentesi e racchiudente”].
QUARTA PARTE DELL’ESPOSIZIONE: IL PRESUPPOSTO INSIEMISTICO
Questa esposizione ha senso solo
se si dimostra che:
- la realtà dell’esistenza [=
essere] ha effettivamente una costituzione infinita [per questo punto si
rimanda alla terza dimostrazione epistemica dell’esistenza di Dio];
- questa costituzione porta gli
infiniti a differenziarsi in ordini e a concentrarsi in essi;
- gli infiniti sono
effettivamente definibili dal punto di vista insiemistico [giacchè il
punto-infinito, sezione di una retta-infinita, è rappresentabile anche come
insieme di infiniti punti] e esponenziale [rapporto tra esistenza e possibilità
matematiche].
Si ritiene di poter dire, in
prima approssimazione, che l’esistenza è portata a trasformare le relazioni in
realtà [così: Dio è una particolare catena di identità e di differenze, la più
complessa], e quindi il fatto che un punto, sezione di una retta [ma vanno
dimostrate l’esistenza della retta e del punto, ciò che si ritiene non sia
difficile, almeno come loro giustificazione], sia realmente la concentrazione infinita
in se stesso di tutta la retta, è dovuto al fatto che la realtà trasforma in
ente questa “possibilità-logica” [non perché pensata].
L’argomentazione è ancora
inconsistente: l’elevamento all’infinita potenza di un dato ordine di infinito
[e l’elevamento “massimo” concepibile] sono tutte concezioni che presuppongono
la concezione speculativa [fondamentale e fondante] della
costituzione insiemistica della
realtà dell’esistenza [principio protologico della …],
costituzione proto-ontica, da cui
derivano il molteplice gerarchizzato, parallelo e quindi Dio, unitario e
scomposto.
Alcuni dati e ipotesi sono poste
nel paragrafo sulla dimostrazione del principio “tutto e in tutto” che appunto
fonda il concetto di “infinito-esponenziale”, perché il punto-infinito è
l’infinito posto in ogni sua parte [dell’infinito].
si ritiene che esista una corrispondenza tra realtà e
possibilità matematiche. ciò va oltre la fisica. queste
possibilità riguardano l'infinito e ogni possibile ordine di
infinito
QUINTA PARTE DELL’ESPOSIZIONE: la corretta proporzione tra
reale-in-creato [o mondo-in-creato-divino] e reale-creato [o
mondo-creato-umano, racchiudente gli infiniti universi contemplati
dall’astrofisica, tutti “immanenti”]
principio-dimensionale [Q]: il
più grande [massimo] ordine di infinito del Creato [trascendenza-pura-creata]
corrisponde sempre al più piccolo ordine infinitesimale [immanente] del
mondo-in-creato, e quindi di Dio [e forse anche dell’anima paradisiaca:
riguardo a quest’ultima ipotesi, essa è però relativa a ciò che è il mondo
creato “ora”, non a quello futuro innestato nel paradiso; in ogni caso, invece,
le proporzioni tra Creato, anche innestato, e mondo-in-creato e Dio sono quelle
suddette: [Q]].