la funzione soteriologica [= salvifica] della messa
questa concezione è stata
formulata più di dieci anni fa, è rimasta immutata e presuppone le seguenti dottrine:
- paradigma della piramide
tecnologica e principio tempio-tecnica;
- dottrina della tecnica
[liturgia-tecnologia];
- etica-epistemica [etica
salvifica e etica dell’imitazione].
l’episteme risponde alla domanda
“perché si deve andare a messa’” nel modo seguente [quasi tutte le proposizioni sono a contenuto assiomatico].
Il tempio è forma della tecnica,
ed è il vertice [di controllo telepatico] della tecnica [della piramide
tecnologica/livello
post-industriale/esempi: particola-CD-ROM/comunione- comunicazione-informazione-linguaggio-Verbo-panteizzazione
nella particola/tabernacolo-torre del processore del computer/ecc.].
Dio per creare ha eseguito:
- creazione tramite la tecnica [la civiltà della Tecnica lo imita];
- parziale separazione dalla
tecnica … [conseguente necessità etica di un "tramonto (naturale) della tecnica"];
- [… conseguente contro-reinnesto
crocifiggente nella tecnica: la Croce come essenza della T-Tecnica (filosofia della storia)].
sequenza
["perchè si deve andare a messa"]
la volontà di Dio risulta
parzialmente bloccata (sacrificalmente) nel processo-creatore
[tecno-strutturazione
auto-coercitiva della volontà creatrice: fondamenti del diritto
come forma di
etica-coercitiva]/ la salvezza è in parte imitazione del
Creatore
nell’attuale-fase-creatrice, [restrizione …] solo per
coloro che possono comprendere la volontà del Creatore e
imitarlo/conseguentemente, imitare il Creatore
significa imitare il suo rapporto con la tecnica, e quindi
bloccare/irrigidire
la propria volontà con la permanenza [secondo le procedure
liturgiche definite
assiomaticamente dal magistero-ecclesiale] per 45 minuti dentro il
tempio
[forma della tecnica], almeno una volta alla settimana [la natura
corporea
dell’Episteme = Cristo è a fase ipostatica di
ciclicità] [fine sequenza]
[chi è soggetto a stati alienativi causati dalla messa non deve
andare a messa: principio psicoterapeutico di tolleranza].
prosegue
da tale concezione si comprende
che la procedura liturgica costituisce la condizione ipostatizzante del
rapporto autentico e salvifico [imitazione del Creatore, il cui tecno-blocco
crocifiggente della volontà procura in Dio sofferenza, e nel partecipante alla
messa uno stato di “noia”, che è appunto conseguenza del blocco della volontà
con la permanenza immobilizzante nel tempio-tecnicologico per tre quarti d'ora] con la tecnica [e
basta tale considerazione per confutare l’approccio di Severino con la civiltà
della Tecnica: questa è già da sempre una forma della salvezza, e precedente la
Creazione, come ora si dice].
chi non va a messa non incorre
necessariamente in uno stato di condanna, né perde la santità di vita.
la seguente concezione risale a
circa due anni fa [serie di proposizioni assiomatiche]:
- si distinguono la
liturgia-apparente [= tempio materiale e gerarchia-ecclesiale] e la
liturgia-non-apparente [= tempio invisibile, ma non per questo trascendente/il
tempio invisibile è peraltro il prolungamento del tempio-apparente, e congiunge
questo con il tempio-divino: non-creato, immanente e trascendente];
- si definisce l’uomo salvo come
l’uomo di buona-volontà [indipendentemente da ateismo];
- se un uomo può comprendere e
accettare il magistero-eccesiale, egli deve andare a messa;
- se un uomo non può comprendere
e accettare il magistero-ecclesiale, a lui non è richiesto di andare a
messa;
- [principio …]: condizione
necessaria [ma non sufficiente/la condizione integrale è in fase di definizione] per
avere la salvezza sono i sacramenti-liturgici [la messa], ma …
- ... se l’uomo frequenta la messa,
vi attinge alla liturgia-apparente;
- ... se l’uomo non frequenta la
messa [ad esempio: non è battezzato o non attinge all’eucaristia], ma è un uomo
di buona volontà, Dio lo fa attingere al tempio-non-appartente [ciò significa,
ad esempio, che Buddha è stato battezzato, e così tutti i bambini non nati].
Tale dottrina è di concezione
assiomatica [giustificazioni a carattere funzionale-retorico ...]:
- non si può ammettere che un
uomo di buona volontà, anche se ateo, sia dannato perché non attinge alla
liturgia-apparente;
- la concezione della
liturgia-non-apparente fonda la dotttrina magisteriale-ecclesiale
secondo cui
il sacramento è condizione necessaria per la salvezza [quella
sufficiente è,
evidentemente, la volontà di Dio, ma la tecnica è sempre
necessaria/tecnica mediatrice/il Corpo di Cristo come forma di tecnica
biologica:DNA/matrice].
riguardo alle ricadute della
presente concezione in ordine alla teodicea e alla filosofia della storia, si
ritiene epistemicamente che la civiltà della Tecnica cosituisca una forma inconscia
di controllo della liturgia-non-apparente [o retoricamente definita anche:
liturgia-celeste].
conclusioni
l’andare a messa da parte dei soggetti cristiano-cattolici
costituisce quindi una
atto doveroso e giustificato, perchè dotato di totale e perfetta
razionalità [imitazione
del rapporto tra il Creatore e la tecnica, simulato semioticamente nel
tempio-tecnologico-liturgico/rapporto autentico-ipostatizzante-salvifico con la
tecnica/rapporto assoluto con la tecnica e con la tecnica come
assoluto].
domanda
perché la messa [e i
suoi “odori”] sono alienanti ? una possibile spiegazione segue in altra pagina.