proposizioni sulla natura della trinità
1.] la trinità è così
determinata:
a.] il principio [l’esistenza] pone dio [che sarà la
trinità]/per semplicità di analisi si dice che pone già il padre [in realtà dio
è padre e dio è figlio solo dopo la determinazione dello spirito_santo];
b.] il padre è anche uguale al principio [perché, esistendo,
è esistenza], e come il principio pone dio [il padre], così dio_padre_principio
pone un altro dio, il figlio;
c.] anche il figlio è uguale al principio, ed esso [insieme al
principio e al padre] pone lo spirito_santo;
d.] il ciclo trinitario si chiude e l’episteme deve
giustificare questa chiusura del ciclo delle determinazioni:
d1.] può farlo in modo hegeliano [tesi/padre, anti_tesi/figlio
e sintesi/spirito_santo];
d2.] oppure [anche se forse è la stessa cosa, perché la
dialettica hegeliana deve essere giustificata] considerando quanto segue:
d2.1.] il rapporto tra padre e figlio è diretta riproduzione
del rapporto tra principio e padre;
d2.2.] ci sono quindi due rapporti, e allora deve essercene
un terzo “di chiusura”, perché il secondo rapporto derva dal primo rapporto, e
come il primo determina il secondo, così il secondo rapporto, essendo identico
al primo, deve determinare il terzo rapporto.
d2.3.] oltre non si va, perché il terzo rapporto deriva in
modo immediato dalla prima riproduzione del primo rapporto da parte del
secondo: se questo lo riproduce, deve a sua volta riprodurre un terzo rapporto.
2.] poiché storicamente il cristianesimo doveva confrontarsi
con le altre religioni, soprattutto quelle pagane di tipo greco e romano, esso
ha insistito sulla propria natura di religione monoteistica, in opposizione al
politeismo. in realtà il cristianesimo è una sintesi perfetta di monoteismo e
politeismo:
a.] politeismo, perché ciò che più conta, nella trinità, è l’esistenza
differenziata di tre persone, ciascuna delle quali auto_cosciente e quindi
personale, per cui il padre, il figlio e lo spirito_santo pensano e godono,
ciascuno, per se stesso, ed è ciò che più conta, con la loro specifica e autonoma
identità personale:
a1.] dice il padre: “io, dio_padre, non sono l’io di
dio_figlio e non sono l’io di dio_spirito_santo”;
a2.] dice il figlio: “io, dio_figlio, non sono l’io di
dio_padre e non sono l’io di dio_spirito_santo”;
a3.] dice lo spirito_santo: “io, dio_spirito_santo, non sono
l’io di dio_padre e non sono l’io di dio_figlio”.
tre le tre persone agisce un coordinamento perfetto, per cui non
può sussistere strutturalmente alcuna forma di conflitto tra le
volontà, ciò che è garantito dal principio che
pone dio, e lo pone in modo unitario come sua determinazione
ipostatica.
b.] monoteismo, perché il corpo, in cui sono innestate le
tre menti delle tre auto_coscienze personali divine, è unitario, per cui tali veri
e propri “tre dei” non sono strutturalmente [corporalmente] indipendenti tra
loro, ma sono rigidamente incastonati in un unico corpo, che è l’essenza, o
sostanza, unitaria di dio_uno e …_trino:
a.] uno nel corpo;
b.] trino nelle menti e delle auto_coscienze.
3.] la corretta definizione della trinità definisce, quindi,
la trinità come forma perfetta di mono_politeismo.
nota_1
si pongono due problemi:
1.] perchè il figlio è matrice degli uomini [immagini del
figlio] e lo spirito_santo è matrice degli angeli, ma il padre
non è matrice di uomini che siano immagini del solo padre ?
2.] perchè, se [come si dice epistemicamente] un
conflitto edipico del figlio verso il padre non è
trinitariamente neppure inconscio, esso emerge con la creazione
dell'uomo [soggetto a complesso di edipo, essenza del male], che
è figlio ?
nota_2
è stato posto il problema della somiglianza degli angeli allo
spirito_santo: essi in realtà non sono uguali allo
spirito_santo, secondo la forma, perchè anche gli angeli, pur
essendo lo spirito_santo loro matrice genetica, provengono da
cristo_creatore, e quindi subiscono l'interferenza di cristo come loro
parziale matrice genetica.
immagine_1: forma dello spirito_santo
immagine_2: forma dell'angelo