ordinarietà e straordinarietà
nell'ambito dell'episteme
1.] comunemente l’uomo è ordinario e il divino è straordinario.
2.] in realtà, sempre comunemente, ma in modo culturalmente più
avanzato [einstein], si dice che anche l’uomo è straordinario, perché “non
dovrebbe esistere”. si dice, infatti, che sarebbe ordinario il nulla in luogo
dell’essere. quindi il nulla sarebbe ordinario e l’essere e l’uomo sarebbero
straordinari [ciò è un errore in senso parmenideo].
3.] l’uomo è detto straordinario [non ordinario] non solo perché in suo
luogo [e in luogo del cosmo] dovrebbe esserci il nulla, ma anche per un'altra ragione,
tipica della sensibilità e del clima culturale dell’evoluzionismo odierno: poiché
tutto deriva dal caso, ci si stupisce infatti dell’uomo come macchina
estremamente sofisticata [la più sofisticata dell’universo, in cui il numero
delle sinapsi è – si osserva - pari a quello delle galassie].
4.] nell’ambito dell’episteme il problema del rapporto tra ordinario e
straordinario non è stato risolto:
a.] normalmente [= necessariamente] l’uomo è straordinario e dio è
ordinario.
b.] l’uomo è anche ordinario [tutto è normale/ordinario per dio].
c.] l’uomo riesce però a stupirsi, nonostante che l’essere sia
necessario [e non invece il nulla: parmenide: l’essere necessariamente è], del
fatto che l’essere ponga dio e una generale sua [dell’essere e di dio]
complessità [punto e.]].
d.] ci si stupisce inoltre della creazione [anche per questo detta
straordinaria: punto a.]]: dio può creare, ma la verità della creazione non sa
di necessità, ma di “aggiustamento/arrangiamento”: l’uomo può essere salvato
solo tramite “espedienti_tampone” come la “grotta di betlemme” e la stessa “crocifissione
di cristo”: la sensibilità epistemica vede in questa il culmine della ragione
storica hegeliana. tale crocifissione non è necessaria in senso ipostatico, ma
è necessaria in senso soteriologicamente funzionale: dio potrebbe rifiutarsi di
farsi crocifiggere, ma non può in nessun modo salvare l’uomo senza la
crocifissione, o comunque l’incarnazione di cristo e la sua morte, forse non
naturale, forse anche violenta [la simbologia della croce potrebbe forse, anche
se lo si esclude, non essere necessaria in senso funzionale].
e.] a riguardo della straordinarietà di dio si era parlato in
precedente paragrafo di “gratuità” dell’essere, che pone in modo necessaro l’esistenza
di dio come soggetto onnipotente e massimamente gaudente.
5.] in conclusione, l’uomo, dio e il tutto sono per dio ordinari, e l’uomo
si stupisce di sé e di dio, sia perché non possiede ancora una adeguata scienza
della necessità [= episteme], sia perché l’uomo è tratto dal nulla. questo “stupore”
riguarda però la razionalità epistemica dell’uomo, e quindi non si comprende perché,
in essa, sia la verità [= uomo pensante] a stupirsi di ciò che è semplicemente
necessario, normale e naturalmente vero, perché se in dio il tutto appare
ordinario, così dovrebbe apparire anche nell’uomo.