spiegazione del significato
della definizione tradizionale di dio come "Ente che ha in se stesso la
propria ragione d'essere"
1.] la teologia tradizionale [pre_epistemica] aveva come problema
quello di distinguere dio dal mondo creato, che poteva non essere considerato
creato, e come tale anche oggi per via della sua immensità. quindi, essa dice
che:
a.] ciò che appare è creato, e trova in dio la propria causa, la
propria ragione d’essere.
b.] dio invece non è creato, e trova in se stesso la propria ragione d’essere.
2.] l’episteme invece rispove il suddetto problema in modo diverso:
a.] a dio appare una realtà che corrispone alla realtà che appare all’uomo:
le due realtà sono formalmente simili, ma sostanzialmente sono oggetti diversi:
la prima non è creata, la seconda è la creazione.
b.] ciò che appare a dio non è da dio creato, ciò che appare all’uomo è
creato da dio.
c.] l’uomo, che afferma che ciò che appare all’uomo non è creato da
dio, scambia ciò che appare all’uomo con ciò che appare a dio.
d.] si spiega così l’origine dell’affermazione secondo cui il mondo
deriva da se stesso: quello non creato, divino, infatti, è questo mondo che non
è stato creato da dio.
3.] tutto l’essere_necessario non è stato creato da dio, come dio non
ha creato se stesso, e quindi la realtà_necessaria ha in se stessa la propria
ragione d’essere.
4.] ciò che appare all’uomo non è questa realtà_necessaria, ed è stato
creato da dio.
5.] quindi, l’espressione “dio è l’Ente che ha in se stesso la propria
ragione d'essere” vuole indicare che dio non è la creazione, che ha in dio la
propria ragione d’essere.
6.] l’episteme studia le condizioni che pongono la necessità dell’esistenza
di dio.
7.] la differenza protologica è quella differenza tra essere ed essere,
cioè tra il principio e se stesso, che garantisce:
a.] l’assoluta differenza [per l’auto_coerenza del principio] tra dio e
il principio, che lo pone;
b.] l’assoluta differenza [per l’auto_coerenza del principio] tra dio e
il mondo all’interno di cui dio è posto;
c.] l’assoluta differenza [per l’auto_coerenza del principio] tra l’auto_coscienza
delle tre Persone trinitarie e tra essa e quella delle anime creaturali, pur
essendo tutte anche identiche allo stesso essere che le pone [quella creaturale
posta con la mediazione della creazione].
8.] in questo senso la differenza tra dio e il principio, che lo pone
in modo necessario e stabile, è garanzia della stabilità di dio e della
centratura del pensiero, di dio su dio e dell’uomo su dio e se stesso.