proposizioni su quotidianità e istituzione
1.] la quotidianità è orizzontalità, l’istituzione è
verticalità [verso dio].
2.] la quotidianità è il privato, che dà spazio in se stessa
all’istituzione, che è il pubblico.
3.] la quotidianità è noia, che si arricchisce di interessi,
che riproducono il paradiso. l’istituzione è la parte pubblica del paradiso.
4.] perché il senso della vita è associata alla parte
pubblica del paradiso, cioè allo stato ? per una serie di ragioni:
a.] dio precede l’uomo.
b.] l’uomo, considerato isolato [cioè privatamente], esclude
dio, che è sua causa, sua matrice, sua misura, suo completamento [invece il
fine è l’uomo stesso].
c.] ma lo spazio uomo-dio potrebbe ugualmente essere
privato, perché intimo.
d.] tuttavia, questo spazio [escludente l’istituzione: stato
e chiesa] non può essere quello del senso, perché l’uomo è causato da dio come
essere_umano, cioè essere creaturale intrisecamente legato agli altri esseri_umani,
che per ogni uomo devono avere lo stesso valore di dio.
e.] l’intimità privata non può escludere dio, e tramite dio
si lega alla società. per cui la vera intimità è pubblica e sociale.
5.] ma spazio pubblico e sociale non significa spazio
comune: dio e gli esseri_umani servono all’uomo, non perché l’uomo,
riconoscendoli, si dissolva in essi, ma perché essi siano in funzione del
singolo, che tramite il pubblico [dio e gli uomini] conosce e diventa
autenticamente se stesso.
6.] la conseguenza di tale concezione si riflette nella
struttura dello stato: in esso, oggi, vive la società, non l’individuo. la legge
è per la massa del popolo, non è mai individuale, calata sul singolo bisogno.
7.] lo stato [come dio-umanità: dio e umanità] deve
rapportarsi al singolo individuo, per crescerlo e potenziarlo come persona
assolutamente unica, irripetibile, nella quale dio e l’umanità possano
riconoscersi.